Appuntamento con la rubrica Memorie Blucerchiate del grande tifoso doriano Roberto C., che analizza la difficile situazione per i colori blucerchiati.
“Ci sono tre cose…” cantava il grande Mario Musella dei miei amati “Showmen”.
Ci sono tre cose, già, che mi hanno colpito in questi ultimi tempi e sono degne di menzione. Una è il solito leit motiv ma con l’aggiunta di un pizzico di pepe.
I tifosi, innanzi tutto. Ma percepiti in senso lato. Che in certe occasioni trasmettono quasi un’essenza mistica del loro essere non solo rispetto al mondo del calcio ma quali artefici di grandi manifestazioni umanitarie intese in senso assoluto.
Penso ai sostenitori del Liverpool che in occasione del match di Premier League tra i Reds, apppunto, e i Red Devils di Manchester del 19 aprile quando, al minuto 7, che simboleggia il suo numero di maglia, tutto lo stadio si è alzato in piedi applaudendo Cristiano Ronaldo, assente per la perdita del figlio dopo il parto della compagna Rodriguez, e intonando “You’ll Never Walk Alone” (“Non camminerete mai da soli”). Un gesto di grande impatto, emozionantissimo, che ha fatto commuovere il mondo intero e dimostrato che si può andare oltre la rivalità di genere mostrando il lato migliore non solo dei tifosi ma delle persone. Bisognerebbe che anche solo un pizzico di tale spirito balenasse per la mente di chi decide di usare le armi specie nel XXI Secolo. Gli inglesi hanno sempre avuto una grande tradizione nel rappresentare il loro amore per la propria squadra. Penso ai tempi della televisione in bianco e nero quando le trasmissioni di partite dall’Inghilterra mostravano l’aspetto insolito di uno stadio intero che cantava ad una sola voce “God save the Queen” o altre espressioni musicali. Io mi stupivo ogni volta per quella compattezza che veniva mostrata da un intero popolo. Quella consistenza vitale che ha eretto un muro umano nella difesa dal nazismo. Poi ci sono stati gli hooligans che hanno macchiato quel bel modo di incarnare una passione, ma un programma mirato di prevenzione e repressione è riuscito ad eliminare il fenomeno che ora pare abbia qualche rigurgito isolato. Ma la ricetta per sopprimerlo ancora è sempre attuabile.
Ci sono poi fatti, a volte improvvisi, che hanno il merito di aprire la mente. Per lo meno a chi è abituato a servirsi di essa.
Sono accadimenti che a tutta prima non sembrerebbero legare con fattori diversi e per niente omogenei. Vediamo.
E’ morto inaspettatamente Mino Raiola. Non c’è tifoso di calcio che non conosca le sue imprese nell’ambito della compravendita dei calciatori. Il principe dei procuratori, una sorta di Creso del football globale, che nel 2020 la rivista Forbes ha inserito nella sua categoria al quarto posto al mondo con un fatturato da 84,7 milioni di dollari, il re delle trattative che ha reso felici molti giocatori oltre naturalmente sé stesso, ebbene ora non c’è più. Sembrerebbe questo un discorso apodittico eppure è la lampante dimostrazione che la vita non ha senso. Almeno quella vita intesa come ricerca di un assoluto fatto di soldi e potere che però, di punto in bianco, possono venire a mancare. E allora si pensa a Ivan Il’ic l’eroe eponimo del romanzo di Lev Tolstoj che prima di morire, facendo un bilancio della sua vita, comprende quanto sia stata dominata da falsi valori e ciò gli permette una sana pacificazione finale con il mondo mentre familiari e amici, al solito, si consolano pensando con levità che comunque la vita continua senza problemi. E convincersi, in qualche modo, che la morte non è di loro competenza. Pia illusione.
Se questi insegnamenti venissero compresi da chi, per altre ragioni, si trova in analoghe situazioni, ecco che tante cose potrebbero cambiare in specifiche collettività.
Ad esempio quella dello sport e dei riflessi che ne hanno i suoi sostenitori. Come i tifosi, che si dividono nei tanti che sono senza portafoglio e nei pochi che invece lo hanno anche gonfio. E ovviamente, questi ultimi, non pensano all’indeterminatezza della vita ma anzi la sentono come fattore illimitato e senza condizioni, Perché altrimenti alcuni di essi potrebbero pensare che la stessa esistenza può essere vissuta come una sfida per il raggiungimento di uno scopo che dia quelle soddisfazioni che sono veramente il sale della vita e non limitarsi ad affermazioni vaghe o twittare attestati di fedeltà alla causa che lasciano il tempo che trovano. Perché…Mino Raiola è dietro l’angolo, Per tutti s’intende.
Ogni allusione è deliberatamente voluta.
Ed ovviamente il discorso riguarda la Samp che sta tanto a cuore a noi sandoriani (mi piace scriverlo come si pronuncia abitualmente se pur qualche tifoso giornalista si ostina a definirsi sampdoriano).
Non so chi ne rileverà il pacchetto azionario di maggioranza. E come, e quando. Ma ad oggi c’è un’unica possibilità che possa portare indietro le lancette dell’orologio e realizzare una sorta di autarchia genovese. Certo esiste il rischio, ma anche, di converso il nulla. Perché, lo sappiamo, al tifoso interessa il successo della propria squadra, la vuole vedere ai massimi livelli possibili, vuole godere nell’essere essa protagonista e sentirsi orgoglioso assaporando l’affermazione dei propri colori. Se queste cose mancano e si sta nella più estesa precarietà, al tifoso, ad esempio, di un torneo di calcio per bambini, interessa poco o niente, se non è genitore, zio o affini. (Anche in questo caso O.A.E’.D.V.). E quando il Re è nudo bisogna dirlo, come eterni pargoli. Sempre pensando a Raiola e Ivan Il’ic.
P.S. 1 – Ho letto una barzelletta sul Web che recita così: “Un genoano dice a un Sandoriano ‘La mamma della Sampdoria è una *** e il Sandoriano ‘Ed è lì che tuo padre l’ha conosciuta”. Si ride, ma c’è anche un risvolto da analizzare. Interpretazione libera, ma non troppo.
P.S. 2 – Ho delle strane sensazioni che tendono al nero. Pare che tanti siano motivatissimi (piccioni) e altri meno, come ad esempio il Napoli (che però vincendo avrebbe il terzo posto assicurato). Il Cagliari getterà il cuore oltre l’ostacolo contro un’ Inter che in settimana giocherà la finale di Coppa Italia. La Fiorentina lanciatissima non potrà permettersi di perdere il posto in Europa e farà il partitone anche pensando che a Genova blucerchiata si passeggia… E la Samp, povera vittima sacrificale che interessa a…nessuno, se non ai propri tifosi “veri” (O.A.E’.D.V.), magari ancora un volta manifesterà la propria mollezza. Ce n’è abbastanza per preparare il De Profundis. Ma poiché siamo in tema: Dio non voglia!
18 commenti
Caro Roberto non so leggere nella sfera di cristallo ma da quanto tempo scrivo sono moderatamente pessimista sperando ovviamente di essere smentito dai fatti? Da troppe domeniche, quando ti accorgi che hai in squadra giocatori datati a cui non interessa più dimostrare qualcosa, alcuni di loro modesti a livello tecnico, una società che non viene riconosciuta più di tanto nel palazzo, eventi astrali negativi che ti ruotano intorno vedi il pareggio di ieri della Rometta con il Venezia ( per la Viola è un vantaggio psicologico ) fai fatica a pensare bene, rigori che fioccano a squadre che lottano insieme a te per non retrocedere( sino a ieri non ne beneficiavano ) Detto questo non mi arrendo e sarò presente con il gruppo famiglia lunedì allo stadio certo è che quest’anno pur essendo scarsi con un vero allenatore in panchina si potevano avere quei tre o quattro punti in più che consentivano a tutti di preservare le coronarie. Finisco dicendo che dopo aver dato tutto a livello di sfiga ( passami il termine becero ) mi viene da pensare al romano e annesso procuratore e assale in me un forte senso di vomito.
Caro Luigi stavo facendo due conti.
1) Nel migliore dei casi con Genoa non vincente e Cagliari perdente siamo salvi già stasera.
2) Con il pareggio del Cagliari, qualsiasi sia il risultato del Genoa basterebbe il pareggio con i viola.
3) Se anche il Cagliari vincesse saremmo nella stessa situazione nel senso che a 34 punti saremmo salvi avendo vantaggio ovviamente nei confronti del Genoa (sconfitto due volte) ma anche dei campani (0-2 2-1)
Hop fatto qualche errore?
P.S. Ma se perdiamo con la Fiorentina allora ci meritiamo di retrocedere.
Ciao
Ragazzi,
con 1 punto siamo salvi!
Oggi rumente e sardegnoli possono fare quello che vogliono,
a noi basta pareggiare!
Per me è un bene che la Salernitana non abbia vinto,
anche se in giro leggo il contrario…boh…
Un punto, un solo, fottutissimo punto contro la Viola ed è fatta,
e se disgraziatamente non lo facciamo allora si,
sarà giustissimo e sacrosanto e retrocedere…
certo che e’ un bene la salernitana non abbia vinto, se perdeva sarebbe stato ancora meglio
Ma pensa che partita può diventare se, ad esempio, lo 0-0 va avanti nel secondo tempo ed ogni azione viola può diventare un pericolo mortale! Roba da cuori d’acciaio!
A volte, a proposito dei miei reiterati discorsi sulla proprietà che “dovrebbe” essere , penso di essere dalla parte sbagliata. Forse, mi dico, sono troppo sognatore, poco pragmatico. Fuori dalla realtà. Ma quando leggo certe dichiarazioni, da interpretare sotto traccia, allora mi ricredo e penso di non essere così fuori posto. Su Repubblica di oggi (Repubblica -… Genova) in un ‘intervista a tutto tondo sulla futura diga ed il porto, in genere, afferma Aldo Spinelli: ” Ma io dico che Genova merita di tornare ai livelli di una volta. E se la città cresce, credo che potrà accadere lo stesso anche con il calcio. Le due cose possono marciare insieme. Anche nel calcio, come per il porto, a volte non si considera l’indotto. Che cosa sposta una squadra di calcio? Quante persone, quanti interessi? Sono in tanto a lavorarci, c’è un indotto fortissimo”.
Detto in genovese, allora non mi sembra di dire delle belinate!!! A buon intenditore.
Il Napoli sembra il…Roccasecca
Sento puzza di bruciato
Il Genoa ha sprecato tre occasioni da gol, oltre ad una traversa, ed il Roccasecca li ha puniti
Dopo il gol ha praticamente giocato solo il Roccasecca che pare diventato Roccamatura. A meno che non si tratti di una sceneggiata. Non mi fido. Vediamo il secondo tempo
Io sono un persona molto particolare e fino ancora a prima del terzo gol avevo ancora paura. Ora a mente fredda posso dire che ho giudicato male il Napoli con un appellativo. Al tempo stesso posso affermare che il Genoa ha battuto un record: è più scarso della Samp! Ho detto tutto!
Prima pratica archiviata. Ora aspettiamo la seconda. Forza INTER!!
Mi sembra che abbiamo in po’ tutti esagerato con i depressivi.
I Tafazzi lasciamoli dal lato carcere.
Noi facciamo ridere, ma non si sa come abbiamo fatto 33 punti senza squadra, senza attaccanti e con deficiente in panchina.
Ora i bibini sono in svantaggio con tutti a parità di punti.
Oggi il pullman doveva avere dei buchi davanti alla porta.
Domani ci vediamo tutti a casa, quella dov’è il cenua non ha mai vinto nulla
In data odierna addì
15 MAGGIO 1969
Idealmente dalla fontana di Piazza De Ferrari tutti insieme cantiamo:
SERIE A!!
SERIE A!!
SERIE A!!
Un IMMENSO GRAZZZZIEEEEEE A NAPOLI E INTER!!!!!!! Molti di noi domani hanno evitato l’ infarto. Siamo immeritatisdimamente salvi ma è questo quello che conta. Abbiamo anche evitato le nefaste profezie e ora possiamo festeggiare.
E Genoa Genoa merda lalala’
Bravo Antonio grazie al Napoli e all’Inter ora pensiamo a festeggiare domani allo stadio al futuro societario penseremo dopo ora c’è solo da festeggiare troppo preoccupato sul presente su quello che poteva capitare quindi è ancora più bello.
Su Primocanale tra le altre cose si è parlato della cessione della società e del fatto che l’innominabile non deve più farsi vedere dalle nostre parti pur rimabendo l’indegno proprietario.
Io mi ripeto fino alla noia
C’è solo una persona che può ridurre quella persona a miti consigli riprendendendosi la società magari allo stesso prezzo col quale l’ha venduta con l’aggiunta di una piccola buona uscita e poi volendo può ricederla a qualcuno più degno
Ps.messaggio frammentato dovuto a stanchezza e tensione sportiva credo che il concetto sia chiaro.
Godooooooooooooo