Spigolature di fine estate del tifoso Roberto C, grande blucerchiato. Riflessioni sparse sull’inziio del campionato e il ricordo del super stopper Morini.
Se si potesse vedere il mondo dall’alto nei minimi particolari della presenza umana avremmo di fronte un quadro veramente tragico e rappresentativo della stoltezza che il cosiddetto bipede pensante (si fa per dire) inevitabilmente trasmetterebbe ad un ipotetico osservatore esterno, magari anche alieno: Afghanistan, guerre e disordini vari in Africa, disuguaglianze economiche, terrorismo, povertà endemica e l’eco sistema che sta andando in pezzi. E ancora Covid e tutto quanto si agita intorno ad esso. E pur tuttavia nel 2050 la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere la cifra di 10 miliardi. Per fortuna, per quelli come me, è sempre d’attualità la canzone dei Nomadi: “Noi non ci saremo!”.
In questo guazzabuglio di sentimenti più diversi è comunque tornato il Campionato che peraltro sembra proprio la fotografia del caos testé rappresentato e che si descrive in una comunicazione sempre più complicata specie per quel che riguarda la trasmissione delle immagini che ormai sembrano sempre più appannaggio dei “tastieristi” di professione a danno dei vecchi sportivi che non pensano proprio di dover vedere la partita su smart tv, tablet, pc o addirittura su smartphone. A me sembra che si vada a capofitto verso la morte del calcio, almeno come lo avevamo sempre vissuto con un pizzico di romanticismo. Pazienza. Tra l’altro è assai buffo che nei diversi sistemi di trasferimento delle immagini ancora esistenti manchi del tutto il sincronismo per cui può accadere che un’azione, un’emozione, un gol possano essere visti, a seconda dell’apparecchio ricevente, con trenta secondi di anticipo (o ritardo, a seconda). Mi viene sempre in mente la relatività del tempo ed in particolare Woody Allen che nel film “Tutti dicono I love you” afferma di potersi suicidare a Parigi raggiungendola con il Concorde essendo ancora vivo a Manhattan per le tre ore del fuso orario.
Nell’anno del trionfo europeo a Wembley della Nazionale Italiana la Serie A si è impoverita. E dico, al di là di simpatie o antipatie varie, che perdere un giocatore come Ronaldo è stata una sconfitta per il nostro palcoscenico calcistico che in tutti questi ultimi anni non aveva più avuto preferenze da parte degli assi che si mostrano sui tappeti verdi della Liga o maggiormente della Premier League, e la sua è stata una mano di vernice che ora non c’è più. Pazienza anche qui.
Il giovane tennista italiano Matteo Berrettini ha fatto un percorso simile a quello della Samp 1992 giungendo in finale a Wimbledon purtroppo soccombendo a Nole Djokovic dopo un primo set vincente che ha fatto pensare al miracolo. Per noi il prodigio non c’è stato per due clamorosi gol falliti a due passi dal portiere. Pazienza. Mica tanto…
Vedendo i due gol segnati da Correa a Verona viene un pensiero che magari anche altri potrebbero formulare ma a me va di applicarlo ora a cose sampdoriane. Se avessimo tenuto in tutti questi anni tanti ottimi giocatori che hanno vestito la maglia blucerchiata avremmo probabilmente vinto il secondo scudetto. Ma i bilanci….. Pazienza.
Dicevo che è iniziato il campionato e per me, tifoso passionale, è motivo di tensioni emotive specie quando la Samp va incontro alle sconfitte. Proprio per questo ho cercato una soluzione alle continue sofferenze durante la partita iniziale con il Milan. Tra l’altro la prima giornata è sempre una sorta di mito perché le squadre, in quel momento, sono tutte alla pari ed il sognatore immagina sempre la partenza col botto. L’ho già detto ma tutto per me è iniziato nel Torneo 1964/65 quando ci siamo ritrovati primi in classifica alla sesta giornata. 10 punti, 4 vittorie e due pareggi. E poi una sfilza di sconfitte da far paura. Fine delle utopie. Pazienza, sempre pazienza. Che cosa ho pensato durante il match con i rossoneri? Era il 53’ minuto ed in quel preciso momento, sapendo come sarebbe finita la partita, pur non esprimendosi male la Samp ma impossibilitata a segnare un gol per evidenti motivi di scarsa penetrazione, proprio allora ho spento la Tv cercando un antidoto contro il dispiacere. E allora mi sono detto: ma perché alla mia età non riesco ad allentare la morsa di questa passione tanto più che ormai è oggettivamente chiaro che con il tempo che passa ben difficilmente riuscirò nel prossimo futuro (sempre che ghe semmu, come diciamo a Genova) a sentire qualcosa di diverso rispetto alla solita noiosa musichetta? Ma c’è stata la partita con il Sassuolo, che ho visto per intero (per via di Sky) e allora sono tornato al punto di partenza. Al momento il disfattismo si è un po’ placato. Ma c’è l’Inter in arrivo. Pazienza.
Termino questa spigolature di fine estate con una triste notizia che ormai sarà di dominio pubblico. All’età di 77 anni è improvvisamente scomparso Francesco Morini, storico stopper blucerchiato nel quinquennio 1964/1969. Con la Samp vinse il Torneo di Viareggio 1963. E’ stato un’ autentica roccia della difesa doriana specie nella storica promozione in Serie A del 1966/67 sotto la guida di Fuffo Bernardini. Era così forte che inevitabilmente è finito in maglia bianconera. Pazienza, così fan tutti! Ma il suo ricordo è indelebile, con lui non si passava. Bei tempi quelli, “felici nella miseria” (Dante Alighieri).
1 commento
Carissimo Roberto mi allaccio alla prima parte del tuo discorso sulle varie epidemie del mondo, dalla guerra in Afghanistan, al problema dell’enorme popolazione mondiale, ed io aggiungerei a questo anche lo scioglimento dei ghiacciai e di conseguenza il cambiamento del clima. Ebbene sai da quanto tempo si parla di risolvere questi problemi? Da trent’anni e nonostante ciò, non è stato fatto nulla, ma tante belle parole quelle si con tante ipocrisie tante falsità tanta tanta incompetenza di “uomini” messi ad occupare certe posizioni ma diretti da poteri certamente più forti, dove se parliamo di guerre vige solo l’imperativo di vendere armi a questi paesi per poi andarvi in soccorso. Conclusione, l’essere umano fa schifo pochi quelli onesti e puri. La chiudo qui usando un termine grezzo e mi associo al ricordo del grande stopper Francesco Morini “eroe” di un calcio e di un mondo ormai passato e rimpianto da quelli come noi non più giovanotti.