Appuntamento con le Memorie Blucerchiate, storie e riflessioni del grande tifoso Roberto C. Che ci illustra un’iniziativa (o forse un sogno) che potrebbe risollevare le sorti della Sampdoria.
Ci sono cose che al solo immaginarle sembrano refoli di pura fantasia, quasi impossibili, come fatti non appartenenti al sistema abituale che governa gli avvenimenti di un dato mondo. Come, ad esempio, ciò che gravita attorno ad una società di calcio.
Poi un bel giorno leggi una notizia che ti fa sobbalzare e pensi che, se pur ancora non realizzata, sia pur sempre uno scatto in avanti, o un balzo nel passato, a seconda del lato di osservazione. Si tratta di una sorta di sogno: portare i tifosi “dentro” la società. Per la verità di queste iniziative ce ne sono già state e anche dalle …nostre parti, geograficamente parlando, ma sappiamo come sono andate a finire.
Le chiamavano “azionariato popolare”. Ora però, è un’indiscrezione dell’ultima ora, pare che si stiano muovendo dalle parti di Porta Nuova a Milano, dove c’è la sede dell’Inter, club che i cinesi devono mollare per la nuova politica economica di Xi Jinping il quale vuole allentare o addirittura chiudere gli investimenti scoraggiando decisamente le aziende cinesi dall’investire nel calcio.
Si chiama progetto Interspac, società costituita nel 2016 da un gruppo di tifosi nerazzurri guidati da Carlo Cottarelli, ex commissario della “spending review” e noto anche per i suoi ripetuti passaggi come ospite nella trasmissione “Che tempo che fa” di Fabio Fazio.
Al proposito apro una “parente”, come diceva Totò. Domenica 31 gennaio ad un certo punto hanno inquadrato il segno dove sta abitualmente Fazio in piedi durante la trasmissione: un simbolo blucerchiato. Bello! Chiusa la “parente”.
In un primo tempo, dopo l’uscita dell’indonesiano Tohir, volevano affiancare, con quote di minoranza, il gruppo Zhang, ma ora, con le nuove direttive asiatiche, vorrebbero fare di più e cioè avviare il progetto di “fund raising” per sostenere sempre più l’Inter nella strada di una dimensione societaria e sportiva ancora più grande. Verranno coinvolti tifosi Vip come Roberto Zaccaria, ex presidente della Rai, Valentino Rossi, Roberto Vecchioni, Paolo Bonolis, Fiorello, l’architetto Stefano Boeri e tanti altri seguiti da una grande sottoscrizione fra l’intera la tifoseria nella quale tutti auspicano che entrino personaggi di spicco come Marco Tronchetti Provera e Massimo Moratti il quale ha detto che gli “sembra un’operazione complicata ma romantica”. Aggiungendo, da vero tifoso quale è sempre stato: “Sono interista, quindi molto volentieri ascolterò quello che Interspac avrà da dirmi”.
E questa è la notizia proveniente da un’altra famiglia. Il seguito va da se… e si trasferisce, come proposta onirica, sulle sponde blucerchiate. E ci si chiede perché non possa essere avviata anche qui una simile operazione. I nomi da sostituire ai Tronchetti Provera e Moratti sono i rappresentanti di grandi famiglie genovesi da sempre vive nell’ambito della società Sampdoria. E anche i tifosi Vip non mancano: Dado Tedeschi, Maurizio Crozza, lo chef Ivano Ricchebono, Ugo Dighero, lo stesso Fabio Fazio, e ancora alcuni giocatori dello scudetto, e tanti altri. Ed infine almeno 17.000 abbonati, lo zoccolo duro, la cui quota di investimento, leggermente maggiorata, sarebbe comunque sia “azione” di proprietà che abbonamento. Il Presidente ci sarebbe già… Forse sto vagando troppo nella valle ubertosa dove sbocciano i desideri impossibili, tra i pinnacoli di ariosi castelli da sogno. Ma questo è quanto e così lo racconto. Da qui poi ci si diparte in un groviglio di situazioni e termini economici che ho sempre detestato, nonostante i miei studi errati all’origine, e che portano ad espressioni come Tribunale fallimentare, piano di rientro per le società dei concordati, Eleven Finance e Farvem e commercialisti vari.
Poi, notizia dell’ultima ora, pare che altri americani ormai siano in chiusura della firma per la proprietà dello Spezia. E qui le cose si ingarbugliano perché non si riesce a capire perché, con tutto il rispetto per gli amici spezzini, questi Yankees non abbiamo preso in considerazione l’idea di rilevare la Samp. E’ più cara, giustamente dirà qualcuno. Ma di fronte a certe cifre… Vediamo un po’, anche tornando al più recente passato. Il famoso Jamie Dinan, l’uomo che ha cenato a Boccadasse in attesa di entrare a Corte Lambruschini, pare abbia un patrimonio personale di 2,2 miliardi di dollari e quello del suo fondo 22,5 miliardi. Sempre di dollari. Un mezzo…barbone di fronte a Michael Saul Dell (il nuovo signor…Spezia) gestore della MSD Capital società di investimento privata americana con sede a New York e uffici a Santa Monica e West Palm Beach ed anche presidente ed amministratore delegato di Dell Technologies con un fatturato di 91 miliardi di dollari e 157.000 dipendenti. Il suo patrimonio personale è di oltre 30 miliardi di valuta americana…
Ricapitolando: ad est della Liguria avranno una società solida e ambiziosa mentre al centro ce né un’altra che si “spiega” innocente tra le aule del Tribunale. Scusate ma di fronte a questo tourbillon di dati e cifre a nove zeri e tutto il resto io mi chiamo fuori, e dichiaro la mia inconcludente ignoranza in merito, e all’aprirsi e chiudersi di queste ubriacanti porte girevoli mi ritiro in buon costume. E sarò anche legato ai ricordi di un felice e naturalmente semplice passato, ma come erano belli i tempi di un solo proprietario, visibile, distinguibile, senza ammennicoli vari, che se ne stava lì seduto alla scrivania, con tutto il suo carisma e l’indubitabile grandezza, soprattutto umana, e il suo sorriso travolgente, coinvolgente, limpido e genuino, magari proprio in Via Venti Settembre al numero 33, a rappresentare per intero la Società U.C. Sampdoria. E si chiamava Paolo Mantovani.
Dedicata a tutti gli “anta” doriani. Ma anche agli altri.
19 commenti
La spiegazione economica c’è su un nell’articolo odierno di Primocanale, Samp e piccioni secondi e terzi come plusvalenze dietro l’Atalanta non mi ricordo in che periodo, i sembra dal 2016 ad oggi, plusvalenze Samp 76 milioni, è facile capire che il residente ha trovato una miniera d’oro e non se ne andrà mai a meno di offerte monstre, così come il giocattolaio al di là di tanti discorsi di facciata, 75 milioni di plusvalenze, per ottenerle debbono solo mantenere la serie A e ci riescono, del risultato sportivo non gliene frega assolutamente nulla, e non si tratta di essere tifosi incazzosi o diplomatici, i piccioni ne hanno combinate di tutti i colori negli ultimi anni ma il tizio è sempre lì, chi lo smuove, l’azio ariano popolare e’ un bel sogno ma rimarrà tale se non con la concessione di piccole percentuali simboliche, non certo della maggioranza, sugli americani vari sbarcati in Italia ma cosa credete che vengano a fare?
Soldi! Chi ne ha tanti ne vuole sempre di più e non li butta certo dalla finestra.
Semarco la tua analisi e’ impietosa ma purtroppo lucida ed ampiamente condivisibile…apro anche io una parentesi: valentino rossi nasce tifoso blucerchiato, credo di conservare ancora il titolo della gazzetta in cui, per spiegare la sua rivalita’ con biaggi, dichiarava: e’ come nel calcio, o stai col genoa o stai con la SAMPDORIA, io sto con la SAMPDORIA!
Bei tempi per tutti noi diversamente giovani
Io ricordo che una volta lo ospitarono a Guida al Campionato, su Italia 1, attorno a mezzogiorno, prima delle partite ( all’epoca giocavano tutte alla domenica pomeriggio, che bei tempi…) e lo presentarono come TIFOSO DELLA SAMPDORIA!
Poi questo “fenomeno”, che fa il simpaticone solo quando vince(va), deve aver capito che nei salotti buoni devi tifare per una delle tre strisciate, così da avere ancor più visibilità, ed ecco servito il cambio di…fede!
Il sogno di Roberto sarebbe anche il mio, ma anche supponendo che 10mila doriani versassero mensilmente una quota di “supporto” alla società ( senza esagerare, facciamo 50 euro cadauno ) in un anno si tirerebbero su 6 milioni, una cifra con la quale non ti pagheresti neppure Torregrossa…
” Se aspiri a un buon pasto siediti alla tavola di un burocrate ” stiamo favoleggiando e vista l’età anagrafica degli scriventi sicuramente ne siamo consapevoli. Come la massima di Cartesio ” Cogito ergo sum ” non per presunzione ma da uomo che ha capito da un pezzo il termine ” distinguere “. Concordo con chi scrive il calcio è sempre più lontano dai tifosi quindi non in linea con iniziative popolari. Sorry.
Avere radici di appartenenza non è impossibile , l´ athletic club de bilbao ne è la prova ( vincitori della supercoppa contro il barca meno di un mese fa ) una società esclusivamente di baschi che è costruita con la mentalità di vincere sempre ogni volta che si può , senza mete inarrivabili cosa che è il nostro tallone di achille , serve però una società seria progetti e un settore giovanile importante cosa che per noi appare impossibile fino a che avremo un pagliaccio cui unica preoccupazione è trarre profitto dalla Sampdoria senza riconoscenza e rispetto per nessuno !
Penso anche io che, fino a quando avremo una società impostata in questo modo, non sarà possibile nulla ed è già tanto galleggiare in serie A.
Per il discorso dei tifosi voltagabbana come l’ex campione motociclista V.R., ritengo che come lui ce ne siano stati tanti altri, non famosi, nel corso di questi anni che hanno cambiato bandiera per convenienza e altri motivi personali: negli anni d’oro della Samp, incontravo a San Teodoro, spesso un ragazzo sul bus con sciarpa blucerchiata al collo che poi ho perso di vista per almeno vent’anni fino a quando, intorno al 2007, l’ho rivisto in centro città, con una sciarpa rossoblù al collo parlare di preziosi con un altro bibino.
Un altro ex sampdoriano che da giovane frequentava pure la Sud e che poi è diventato un bibino (da lui la conferma di questo cambio c’è stata) è Francesco Baccini.
Non c’è mai limite a questo cambio di idea/opinione che è una caratteristica prettamente italiana: l’importante è salire sempre sul carro del vincitore….
e a Roma chi ci “rappresenta” ne e’ esempio piu’ triste..
Nella vita tutto puoi cambiare se ti impegni a fondo, ma due cose sicuramente NO, sono i figli e la tua squadra del cuore. Chi cambia casacca calcisticamente parlando non è considerabile tifoso, oppure l’unica alternativa è senza attributi e si piega ai voleri di un’eventuale partner.
emilio fede ne e’ la chiara riprova, da gobbo a zozzonero in un batter d’ occhio per compiacere il padrone…del resto chi era negli ultras ben si ricorda di ciccio l’ infame, da cenuano a doriano per motivi diciamo extracalcistici ma col marchio di infame che gli e’ restato addosso
Nonostante sia osannato da tutti Valentino Rossi mi sta cordialmente sulle palle, non tutti i vip cambiano bandiera, Villaggio, Fazio, Crozza e anche altri dall’altra parte, non si può generalizzare, comunque, detto tra noi, chi se ne frega!
Ma certo Semarco,
completavo solo la parentesi aperta dall’amico Solodoria
su Valentino Rossi, che sta cordialmente sulle palle
pure al sottoscritto:-)
Non stiamo a parlare per favore di tifosi che cambiano casacca o famosi che si dichiarano o no tifosi, altrimenti loro tornano a dire che Frank Sinatra era cenuano
vasetto di pesto e cravatta del cenua nella bara ahahah…anche i mille partiti da quarto del resto eran cenuani, camicia rossa e fazzoletto blu, patetici
Credo che le Società di Calcio pro. siano equiparate a Società di Capitali (o rischio)…La Samp è una S.P.A ed è controlatta da una Srl al 96% che è contenuta al 100% da un altra Srl quindi c è un 4% d azioni che nn sono riconducibili al 100% dl Srl in capo a questo meccanismo Matrioska pr altro c è una richiesta di Trust pr il contenitore intermedio … L altra questione è l esposizione dl debito proporzianata alla forbice tra volore patrimoniale e quello più rilevante di titolo sportivo e patrimonializzazione mobile dei diritti di prestazione sportiva che rende complessa una stima della società stessa …In pratica una società di calcio vale la forbice tra il suo reddito netto,la capacità d assorbibento delle linee di credito di questo ,il problema d una sugestione come quella dei tifosi che si costituiscono come Ass pr rilevarne una quota al fine d aver un posto nl CDA è che può essere conciliabile uno spirito no profit in una SPA ? Così fosse nn vedo perchè nn sia praticabile se ci fosse la volontà di chi detiene le azioni a cederne una parte ad un contenitore gestito dalla tifoseria ? Anche se a mio avviso nn è conciliabile dato che pr u n tifoso la propria squadra di calcio è un bene ideale …
La squadra del cuore non si cambia. Troppo comodo tifare per chi vince. Chi lo fa, non ha le mie simpatie. Io sono tifoso della Samp da quando ero piccolo, da quando mio padre mi ha attaccato la passione. Noi siamo della provincia di Bologna. Lui diventò Sampdoriano da giovane quando un suo amico e compagno di squadra, Otello Badiali, venne acquistato dalla Andrea Doria che poco dopo si fuse con la Sampierdarenese. La nostra passione è rimasta inalterata nel tempo, e ci ha accompagnato in Paradiso negli anni d’oro e al purgatorio nei lunghi anni della serie b e la nostra fedeltà pure. Anch’io non sono più un novellino ma credo ancora che i sogni si possano avverare se ci si crede veramente. Forse sarò un visionario ma ho letto con grande piacere che Gianluca Vialli ha un’ idea di società partecipata e di giocatori tifosi che si avvicina molto a quella dei nostri sogni e sono convintissimo che non abbia rinunciato a questa sua idea e che ci stia lavorando sottotraccia. Noi tifosi non possiamo che aspettare e crederci fermamente.
Nel frattempo ci divertiamo e godiamo quando un grande giocatore come Quagliarella ci scrive una dichiarazione d’amore e passiamo grandi delusioni quando ci vendono i giovani migliori perché al momento non possiamo fare altrimenti e aspettiamo fiduciosi l’arrivo di un “benefattore” e del nostro presidente tifoso e campione preferito per essere felici e coronare il nostro sogno…….
Grandissimo Antonio!
Essere SAMPDORIANI a Bologna, dove a rappresentare la città e la provincia c’è comunque una squadra storica e blasonata e nella quale suppongo siano numerosi anche i tifosi delle tre strisciate ti fa onore!
negli ultras c’ era il mitico gaio di bologna…in emilia romagna una nutrita colonia blucerchiata…modena, magna romagna etc
Non so se mi potete capire ma allo stadio di Bologna, da ragazzo ho assistito a ben due nostre retrocessioni causate dalla sconfitta col Bologna….. Sono eventi incancellabili che ti temprano e il loro ricordo, non dico che ti tormenta ma ti lascia un sapore amaro che vorresti venisse un giorno vendicato. Mi è dispiaciuto molto che ultimamente, per ben due volte che avremmo potuto spingere i bolognesi in serie b abbiamo invece giocato senza grinta e grazie al nostro poco impegno loro si sono salvati. Sono rimasto deluso quasi al pari delle retrocessioni che ci hanno inflitto loro. Per me, Sampdoriano a Bologna, mandarli in serie B, vendicando i due sgarri subiti, non ha un prezzo…. Altro che Mastercard!!!!
Comunque ogni anno spero che ricapiti l’ occasione e che non ce la facciamo scappare…….La vendetta è un piatto che va servito freddo!!
Bravissimo Antonio, tu e tuo padre grandissimi tifosi esemplari.
Grazie per tutto quello hai scritto.