Nessuno sa se riprenderà mai questo campionato, se la Figc punti all’annullamento o a decretare i responsi congelando il torneo. Si naviga a vista e iniziano i primi casi di coronavirus anche fra i calciatori, come per il nostro Manolo Gabbiadini.
Tutto è in alto mare e il presidente Gravina, come è noto, ha sottoposto all’attenzione della Lega alcune ipotesi su cui discutere nella riunione del prossimo 23 marzo.
Una potrebbe essere la non assegnazione del titolo di campione d’Italia, un’altra far riferimento alla classifica maturata fino al momento dello stop. Quindi non è da escludere, anche se remota, la possibilità di disputare play-off o play-out. E questo sarebbe uno scenario particolarissimo, con sfide all’ultimo sangue per non retrocedere e possibilità persino deliranti, come scrive il Corriere dello Sport, che squadre come le amiche Verona e Parma possano partecipare alla lotta per il titolo, essendo, al momento dello stop (25 giornata, forse), settima e ottava in classifica.
Ma ogni proposta è acqua fresca se confrontata con la preoccupante realtà di oggi che vede un Paese bloccato, in preda ad un’emergenza sanitaria mai vista prima.
Tutto è quanto mai aleatorio ed è surreale in questo momento avanzare qualsiasi ipotesi sul campionato.
Ora l’unico interesse per la nazione è che piu’ persone possibili restino tappate in casa ed evitino contatti, per contrastare la diffusione del virus. Ciò che piu’ conta oggi in Italia, sport o meno, è l’efficienza degli ospedali e del suo personale.
Per questo è quanto mai azzeccata e ben poco populista la proposta di un grande vecchio, un grande saggio del calcio italiano, come Sandro Mazzola:
“Un gesto molto bello – ha dichiarato l’ex campione della Nazionale – “sarebbe quello di decurtare lo stipendio dei giocatori del 5%, con la cifra che verrebbe devoluta alla ricerca e agli ospedali. Il campionato? Per me andrebbe fermato, credo sia un rischio giocare” – ha aggiunto.
Era un altro contesto, ma si è trattata anche di una risposta emblematica. Dopo il rogo che colpì Notre-Dame, diversi privati francesi, facoltosi, donarono quasi un miliardo di euro per la ricostruzione della cattedrale. Sulle cifre si è anche discusso molto, perché dopo le promesse in pompa magna, i soldi arrivarono lentamente.
Nel caso italiano, non si tratta di ricostruire un monumento nazionale, ma di ricostruire un intero paese. Ed è questo il momento per chi è facoltoso di iniziare a restituire un po’ della sua fortuna in termini monetari per aiutare l’intero sistema, partendo dal sistema sanitario (di cui oggi comprendiamo l’importanza e ci possiamo giustamente lamentare per i tagli che ha subito negli ultimi anni).
I ricchi calciatori facciano la loro parte e donino un mese di stipendio, visto che in questo mese probabilmente non alzeranno un dito (del piede).
Non si tratta di una bassa morale alla Barbara d’Urso, ma di un intervento necessario in una situazione totalmente nuova e di pieno caos che riguarda tutti.
Comunicazioni ufficiali sul campionato arriveranno chissà fra quando: ora è tempo di pensare all’emergenza degli ospedali.
11 commenti
Concordo al 100%!
In un momento come questo mi auguro davvero che chi è più fortunato faccia non uno, non due ma anche dieci passi indietro se necessario!
A partire dai calciatori e dagli allenatori: accettino che lo stipendio gli venga pagato fino a quando si è giocato e stop, che una volta finita l’emergenza non vadano a battere cassa, sarebbe triste e odioso vedere un simile comportamento!!!
E venendo a noi comuni mortali sarebbe bello, ad esempio, che chi è proprietario di immobili rinunci al canone d’affitto per 1/2 mesi, dando così un pò di sollievo a negozianti o semplici cittadini…
Come El Cabezon sono favorevolissimo alla donazione del 5% degli stipendi dei giocatori. Loro lo saranno? Dovrebbe iniziare Cristinao Ronaldo ma è a Madeira e ha detto che non torna per il momento. Vergognoso che si parli di play out e play off in un momento in cui la gente muore e i contagiati aumentano a dismisura.
Ma d’altronde siamo governati da personaggi allucinanti (parlo del mondo del calcio) nulla da dire su Conte, Mattarella e le istituzioni in generale. Concludo se non avessero fatto il turno a porte chiuse non avremmo 8 giocatori contagiati.
concordo con te silverfox…il campionato andava gia’ sospeso alla 24sima giornata…e sti scemi farneticano ancora di giocare a maggio e giugno ogni 3 giorni pur di concludere il tutto
Dai Roberto, facci un bel l’articolo sulla storia del Doria così passiamo un po’ il tempo in modo piacevole, grazie
Un aneddoto lo faccio io. Ero andato in trasferta a Torino perdemmo 2-1 era il 1964, se non erro, e il campionato finì a pari punti con il Modena. Spareggio. Decidiamo con gli amici di non andare a San Siro, eravamo delusi e scoraggiati, poi passando davanti al bar Roma a Sampierdarena vedemmo un cartello con scritto: “Vieni a Milano un giorno potrai dire c’ero anch’io” detto fatto presi due biglietti e partimmo. Partita dura il centroavanti del Modena era Sergio Brighenti il nostro ex capocannoniere ma, noi avevamo Paolone Barison. Dopo una partita combattuta grazie a Barison e Salvi finimmo 2-0. Io scavalcai la rete con altri e mi ritrovai in prima pagina sul Corriere Mercantile con Salvi in trionfo!! Abbracciammo tutti Bernasconi e da Silva non lo abbiamo dimenticato mai!!
bravo silverfox e grazie per aver condiviso il ricordo, se qualcuno avesse qualcosa di divertente da ricordare lo scriva qui se non si scoccia, almeno cazzeggiamo un po’, io avrei un anedottica sterminata ma trattandosi spesso di comportamenti subumani da ultras in trasferta al momento evito ma se volete…
No Solodoria, dai, scrivi
ti racconto solo questo piccolo aneddoto che riguarda l’ unica volta in cui ha avuto il piacere di scambiar due parole con Paolo Mantovani.
Bergen
Coppa coppe
Incontriamo Mantovani al mercato del salmone.
“Presidente,Presidente siamo qui da 2 giorni dopo 44 ore filate di treno…”
Risposta: “Noi da ieri, due ore di aereo e solo qualche vuoto d’ aria”.
E giustamente ci ride in faccia.
Meraviglioso
p.s. noi tra le altre cose eravamo andati in aereoporto di Bergen a salutare i giocatori ed il solo a far la faccia schifata, visto che non eravamo proprio al top della pulizia dopo tutto quel viaggio, era stato Beppe Dossena…da allora l’ ho sempre odiato.
Sempre a Bergen eravamo riusciti ad imbucarci nella minicrociera sui fiordi insieme ai Ravano ed alle compagne dei calciatori…ma questa e’ un altra storia…
BUONA DOMENICA A TUTTI I BLUCERCHIATI RESISTENTI
nell’albergo di Goteborg c’era una bellissima piscina coperta. L’Hotel era di prima classe, ricordo c’erano personalità e gente famosa come Paolo Villaggio. Faceva un gran caldo, insolito per il mese di maggio. Quando tornammo felici ed euforici ci dirigemmo tutti alla piscina per fare il bagno vestiti. La trovammo chiusa con diversi catenacci. Ci siamo consolati con alcuni boccali di ottima birra!!
Ero con degli amici sul pratino fuori dallo stadio di Berna a mangiare qualche schifezza, ad un certo momento scoppia il trambusto, cosa è successo, è arrivato l’autobus degli spezzini che venivano a tifare oer noi, al grido di Aquile, Aquilee sono scesi due energumeni con una damigiana di bianco tenuta dai due lati, bellissimo!
Trasferta a zurigo.
Sosta col pullman degli ultras in terra elvetica.
Per rompere le balle agli svizzerotti (so che non si fa ma da ragazzi non si e’ tanto furbi, poi da adulti…) prendo le monetine che si lasciavano alle donne delle pulizie negli antibagni e le getto in un cespuglio.
Assenza di telecamere ma dopo due minuti sale sul pullman la polizia.
SONO STATE SOTTRATTE DELLE MONETINE.
Gelo.
Mi alzo e dico: se ce la avete con noi solo perche’ siamo italiani ditelo ma se il problema e’ dato da un paio di monetine vi lascio centomila lire e chiudiamo la questione.
Uragano di applausi.
Scuse della polizia che si allontana senza pretendere nulla.
Ripartiamo.
Quando ho confessato stavano per linciarmi.
p.s. chi del mio pullman ha fatto scritte alla frontiera tra germania ovest ed est
quando stavamo andando a jena ci ha fatto rischiare ben di peggio…