L’importante Memoria Bluerchiata di Roberto C., storico tifoso doriano, in onore del grande Ermanno Cristin
Ci sono “memorie” che non si vorrebbe mai riportare come quella che mi accingo a scrivere oggi in ricordo di un personaggio che sta di diritto nel grande e fascinoso racconto della storia blucerchiata.
Questa mattina mi ha telefonato mio fratello dicendomi “sai chi è morto?”. Ho immediatamente pensato a qualche lontano parente o un amico di infanzia. Ma lui ha continuato “è morto Cristin.” E subito si è aperto uno squarcio sul tempo della nostra giovinezza, come una lacerazione che si porta via un pezzo della tua vita passata.
I ricordi, in questo caso, sono come pietre che premono gli spazi della mente alla ricerca di un segno particolare, un momento vissuto in un incantevole tempo che mai più tornerà.
Ovviamente abbiamo ripassato i magici attimi di un’epoca in cui la speranza della nostra giovinezza per la vita futura si sposava con quella rivolta ad una squadra che amavamo se pur si dibatteva costantemente nei bassifondi della classifica alla ricerca di quello scudetto che per noi era il raggiungimento della salvezza.
Ed eravamo felici quando potevamo cantare in coro per la conquista del nostro piccolo successo: Serie A! Serie A! Ed Ermanno Cristin era lì, nostro piccolo-grande eroe, il “bisontino” di una Samp povera ma di grande dignità che pur con lui aveva patito la prima retrocessione per una di quelle grandi ingiustizie che proprio perché tali vengono ricordate ad eterna memoria.
Abbiamo già menzionato, in una vecchia “memoria blucerchiata”, la famosa vicenda del rigore negatogli a Roma nel match contro la Lazio finito in pareggio (0-0). Un autentico fattaccio avvenne l’ 8 maggio 1966 all’Olimpico quando il portiere laziale Gori abbattè letteralmente con tutte e due le mani Cristin in area di rigore e il famigerato arbitro Bernardis (predecessore dell’altrettanto malfamato Trentalange) negò quella massima punizione che ci avrebbe garantito la salvezza.
I tifosi di una certa età ricorderanno la gigantografia fotografica dell’episodio che campeggiava ogni domenica nei distinti lato sud. Ermanno, Ermanno mi manca tanto il “nostro” tempo, quello che tu racconti benissimo nell’intervista rilasciata a Samp tv nel 2013 e che raccomando a tutti i sampdoriani, specie i più giovani, perché possano capire la differenza tra un oggi in cui un giovane portiere, alle cui briglia sta un noto squalo- procuratore, rifiuta un’offerta milionaria e la preistoria del calcio nella quale un altrettanto giovane calciatore di 18 anni giunge per la prima volta a Genova dal suo paese San Giorgio di Nogaro. Ascoltatelo ne sarete affascinati. Ed anche il ricordo del gol segnato alla Juventus (89’ minuto) a Marassi il 10 gennaio 1971. Come fosse ieri. Caro Cristin sarai sempre nel mio cuore blucerchiato. Ti sia lieve la terra.
1 commento
Una samp povera ma di grande dignita’ come giustamente hai scritto, caro roberto, ora come ora resta la sola poverta’