Appuntamento con le Memorie Blucerchiate del grande tifoso Roberto. Insieme a lui facciamo un viaggio fra i grandi e piccoli nomi che hanno caratterizzato il mercato blucerchiato a tinte sudamericane (e non solo) .
Ormai il mercato dei calciatori è diventato un tourbillon con movimenti di entrata e uscita in tutte le direzioni del pianeta. Ma un tempo, prima che la sentenza della Corte di giustizia dell’unione europea nel 1995 emettesse la famosa sentenza legata al giocatore belga Jean Marc Bosman, la compravendita degli atleti era alquanto ristretta e limitata nel tesseramento degli stranieri.
Uno dei bacini di maggior richiamo e suggestione era quello del Sudamerica, in particolare Brasile e Argentina. Ricordo che il solo accenno di acquistare un carioca o un figlio della Pampa era già motivo di eccitazione. Allora non esistevano fonti di informazione come ora, non c’era You tube, e quindi ogni acquisto per il tifoso diventava una scommessa già vinta proprio per l‘esoticità trasmessa dalla nazione di provenienza. Nella storia della Samp dal paese dei Verdeoro sono arrivati un campione assoluto (Tonino Cerezo), qualche buon giocatore (Angelo Benedicto Sormani, China Da Silva) e poi una serie di scarse figure che non hanno lasciato traccia visibile nel racconto e nella storia blucerchiata (Da Costa, peraltro un bravo secondo portiere, Catè?, Dodò-chi era costui?, Doriva-pure, Fernando, Tavares, Castan?, Soares, Rafael, Renan).
E poi ci fu Paulo Silas, acquisto sbagliato da Paolo Mantovani, specie per un Doria fresco campione d’Italia. Di lui ricordo l’esordio scoppiettante. 1° Settembre 1991 prima giornata a Cagliari. 11’ minuto, punizione magistrale del brasiliano e palla in rete. Ovviamente mi esalto (come sempre) e commento tra me e me: andiamo per il secondo scudetto! E lì in pratica finì la sua avventura in blucerchiato. Per me poi, fin dal periodo arcaico del mio primo tifo, l’esordio in campionato è sempre stato qualcosa di speciale, direi magico, perché in quel momento tutte le squadre sono sullo stesso livello e una Samp vincente è un avviso importante: attenti, ci siamo anche noi, anzi soprattutto noi.
Viceversa la sconfitta l’ho sempre vissuta come una catastrofe, l’impossibilità di essere competitivi. Come è difficile la vita del tifoso! E stressante. Va bene. La colonia dei giocatori argentini è stata più ampia e sicuramente più importante se pur non particolarmente ricca di campioni. Dall’elenco alfabetico qui di seguito ho tolto le figure, a mio parere, più significative. Alvarez, Bergessio, Bottinelli, Campagnaro (diventato subito un idolo della tifoseria ma poi, causa anche vari infortuni si è perso e lo abbiamo perso) Carniglia (figlio di tanto padre Luis Senior), Cordoba, Correa (al primo tocco mi è parso assai degno di nota. Forse non abbiamo avuto pazienza e magari, anche, si voleva monetizzare. Certo è che è molto bravo), Icardi (tasto assai dolente, meglio lasciare perdere. Con il successo di Castellammare ci ha dato la spinta per i play off che forse non avremmo mai raggiunto. Commento, al di là degli umori negativi, : avercelo ora là davanti!!”), Juan Antonio, Maxi Lopez (a proposito di….Icardi), Lorenzo, Maroni (tutto da vedere, ma che rete dopo pochi secondi dall’entrata in campo a Crotone!), Morales (una brevissima illusione), Munoz, Ortega (altro sogno presto evaporato), Rodriguez, Romero (un signor portiere con un ottimo mondiale giocato nel 2014), Rosa (Humberto. Segna all’esordio con il Catania il 2 gennaio 1955 poi poco e niente fino alla cessione al Padova), Silvestre, Tissone.
A parte direi che maggiore spessore hanno avuto, ovviamente, il “mito” Ernesto Tito Cucchiaroni di cui non mi inoltro nel rituale conosciuto, poi Francisco Ramon Lojacono che forse non dovrei mettere tra i privilegiati, data la sua brevissima militanza nel Doria, ma il solo suo campionato (1964-1965) fu quello per me delle grandi illusioni con l’attacco “atomico” formato da Frustalupi, Lojacono, Sormani, Da Silva e Barison. Primi in classifica alla sesta giornata con 10 punti e poi il patatrac con 4 sconfitte consecutive (tra cui il derby) e quartultimi alla fine con un punto in più di una certa squadra che è retrocessa….. E per finire devo citare quello che per classe e tutto il resto è stato il miglior biancoceleste sbarcato a Genova. Parlo di Juan Sebastian Veron, La Brujita, fortemente voluto da Eriksson (onore al merito) un esteta del calcio, uno di quelli dalle giocate magiche che illumina tutto ciò che sta dalle sue parti, un poeta del calcio, che fin dalla sua prima apparizione a Marassi, il 15 settembre 1996, mi ha lasciato letteralmente sbalordito. Il suo biglietto da visita è il lunghissimo palmares di vittorie che ha conseguito nella sua carriera. Ora però devo confessare che questo lungo preludio è stato costruito in realtà per parlare di un altro giocatore nato a Ladispoli che ha fatto il percorso inverso diventando naturalizzato argentino. Dante Mircoli, chi era costui? Negli anni tra la fine dei “sessanta” e l’inizio dei “settanta” ha giocato a più riprese nell’ Indipendiente parteciando anche alla doppia finale di Coppa Intercontinentale, nel 1972, contro l’Ajax e marcando a uomo, e duramente, un certo Johan Cruijff .
Purtroppo si è logorato assai presto e nonostante i suoi 26 anni è giunto “stanco” a Genova dove si è rivelato una meteora. Ma in tempi recenti è tornato alla ribalta con un’intervista visibile su You Tube. In realtà si è imposto all’attenzione blucerchiata per due sole partite. Il 19 maggio 1974 con la rete su punizione (con Bedin che non voleva la battesse) a Firenze che ha contribuito alla salvezza della Samp. E ancora il 13 ottobre dello stesso anno ancora con una punizione, sotto la Sud (la ricordo talmente bene che mi sembra di averla appena vista), che ci valse la vittoria al 84’ minuto a Marassi contro il Varese. Tutto qui. Potrei dirvi che ha lasciato una traccia indelebile d’amore nei nostri confronti raccontandovi gli aneddoti della sua vita intrecciati a quella blucerchiata. Ma penso che ognuno di voi debba seguirlo nei sei minuti del filmato. Gli vorrete eternamente bene.
P.S. Se lo sport unisce in tutte le sue discipline allora mi sia permesso ricordare un grande del ciclismo che è venuto a mancare. Felice Gimondi è stato un idolo della mia gioventù. Mi ha entusiasmato con la vittoria al Tour de France del 1965, un italiano sul gradino più alto a Parigi! E poi con tutti i trofei vinti, tanti, nonostante la presenza del “cannibale” Eddy Merckx, il più grande ciclista di tutti i tempi. Un immenso campione da onorare!
P.S. 2 E già che siamo in tempi di rievocazioni, lo so che non centra con il nostro blog ma vorrei omaggiare la figura dello scomparso Peter Fonda, quello di Easy Rider, un film di culto, bellissimo, amato da tutti i sessantottini, capace di raccontare, incanalandolo nella comprensione, lo spirito di quel tempo alla generazioni future.
7 commenti
Caro Roberto lo sai bene anche tu forse meglio di me che sia paolo Mantovani che Riccardo Garrone avevano capito che a genova sponda Samp si sarebbe potuto vincere poco o nulla con un’amministrazione puramente composta da inetti rossoblu che rispondevano sempre no a qualsiasi proposta venisse loro fatta dai nostri dirigenti purtroppo sembrano passati secoli da quell’epoca e oggi dobbiamo fare i conti con un’uomo che non posso definire tale e che bada solo ai suoi meri interessi e che dei nostri colori non gliene importa una beata cippa infatti sapeva bene che non facendo mercato il rischio serie B sarebbe stato elevato come infatti è allo stato attuale
ora abbiamo rigoni che se la ride sotto di un gol ,un allenatore completamente nel pallone cui rimane solo da provare il 555 a la oronzo style , un ds che non ne acchiappa più una neanche per sbaglio e quella rumenta umana che gioca a fare l´importante a nostre spese ! non ce ne uno in questo marasma di slealtà e incompetenza che dimostri avere le palle e mettere le proprie responsabilità al di sopra dei soldi , non mi ricordo uno schifo simile ! per quale motivo non
meritiamo la b ? le belinate dei 4 soliti di turno di certo non basteranno anzi…
DANTE MIRCOLI…giuro, mai sentito!
Ho molte lacune per ciò che concerne la conoscenza dei calciatori della SAMPDORIA precedenti la mia nascita/infanzia, ma grosso modo anche solo di nome se hanno lasciato un minimo di traccia me li ricordo, ma questo DANTE MIRCOLI…andrò sicuramente a cercarmi l’intervista su youtube, sono incuriosito!
Sui giocatori citati voglio soffermarmi in particolare su tre:
– Matute Morales: ebbene si, l’ho detestato!
Ma non tanto per le sue alquanto discutibili abilità tecniche ma quanto perchè “rubò” il posto a un certo…Roberto Baggio!
Sto forzando il tutto ma, chi ha buona memoria, ricorderà che in quel ormai lontano 1997 si chiuse l’epoca di Roberto Mancini e si puntò su questo sconosciuto argentino quando invece c’era un altro Roberto, col codino, che era rimasto senza squadra, sono certo che se Enrico Mantovani gli avesse fatto una proposta avrebbe accettato, all’epoca il nostro appeal era secondo solo a quello delle strisciate…
– Ariel Ortega: l’acquisto più costoso in…lire, 20 miliardi se non sbaglio, tutti euforici ma nel mio piccolo sostenevo che era un giocoliere ma non un giocatore, ahimè non sbagliai…
– Mauro Icardi: ancora non mi capacito di come i dirigenti dell’epoca non avessero intuito le qualità di questo ragazzo e l’abbiano lasciato partire per la miseria di 13 milioni di euro, un delitto!
Icardi non ha voluto rinnovare in nessun modo, abbiamo dovuto venderlo per forza, sulla B vedo troppo pessimismo e questo non aiuta, siamo anche penalizzati da infortuni vari, con la rosa al completo secondo me ci salviamo abbondantemente, dobbiamo tener conto anche che di partite alla nostra portata ne abbiamo avute ben poche, Sassuolo e Fiorentina, ma anche gli anni scorsi con formazioni migliori fuori casa ne perdevamo a bizzeffe anche da squadre peggiori di quelle citate, se la cessione andrà in porto penso anche che a Gennaio qualcosa si possa fare
Abbondantemente mi sembra troppo generoso come avverbio, sarebbe meglio stentatamente purtroppo rebus sic stantibus
Semarco apprezzo il tuo ottimismo però bisogna tener conto che giocare un campionato con dei bidoni che nessuno vuole come Regini Ramirez Murillo Rigoni giocatore tecnico ma gioca per se altrimenti non sarebbe con noi Caprari e altri ectoplasmi dove vuoi andare? Ferrero ti auguro sei mesi di dissenteria seduto sul cesso brutto essere
Luigi carissimo, ti sento troppo inacidito… non mi piaci cosí.
Dire che Rigoni è un bidone, oltre ad essere assurdo perché l’abbiamo visto in campo si e no 90′, mi fa ricordare le cazzate che qualcuno scriveva (anche qui) quando io difendevo la tesi che Correa e Muriel andavano tenuti ad ogni costo, poi Bruno Fernandes, poi Zapata, poi addirittura Kownacki… salvo poi mangiarsi le mani sino ai gomiti quando questi “bidoni” arrivano a marassi e ci imperano, oppure quando vengono rivenduti a top teams per 4 volte il valore della nostra frettolosa cessione.
Cerchiamo di rimanere calmi e obiettivi, e non confondiamo Regini con Rigoni, per piacere.