I tifosi della Tribuna Superiore sono stati i primi a vivere in prima persona il dramma del Ferraris, costretti a sloggiare dal loro settore in vista di lavori che non sono mai partiti. Ma ora il tempo stringe. Dopo che la prima asta per lo stadio è andata deserta e, a un paio di giorni di distanza dall’indiscrezione dell’interessamento di un fondo statale per l’acquisto dello stadio, la Sampdoria ha deciso di farsi sentire.
L’avvocato Romei, braccio destro del presidente Ferrero, in un’intervista al Secolo XIX ha fatto appello alle istituzioni per sbloccare il primo blocco di lavori. “Bisogna iniziarlo entro un paio di mesi, non c’è più tempo da perdere. Prima lo facciamo e meglio è”, ha detto Romei, che chiede al Comune una “soluzione ponte” in attesa di una decisione definitiva sul futuro dell’impianto. “Entro i primi dieci giorni di novembre qualcosa sapremo. Non sarebbe male ottenere un prolungamento della concessione” di 10/15 anni in attesa di una nuova asta, anche se sarà difficile che Palazzo Tursi possa scendere dai 16 milioni della richiesta iniziale ai 6/7 voluti da Samp e genoa.
Le immagini dello stadio, diffuse in Europa e nel mondo in occasione della recente amichevole tra Italia e Ucraina, sono state impietose. Nonostante le modifiche già apportate ai servizi igienici e ad alcune sale della tribuna, la maggior parte degli interventi già programmati (rifacimento della tribuna superiore, impianti elettrici normali e di sicurezza, wi-fi, eliminazione delle barriere) sono stati messi in stand-by.