Le buone prestazioni della Sampdoria attirano l’attenzione dei media più importanti. Ecco perché, dopo Emil Audero, stavolta è toccato a Gregoire Defrel parlare alla Gazzetta dello Sport dell’ottimo momento suo e della squadra. Nell’intervista alla “Rosea” l’attaccante francese è stato ascoltato anche in qualità di ex giocatore del Sassuolo, che la squadra di Giampaolo affronterà lunedì sera a Marassi alle 20.30.
Questi i passaggi più significativi dell’intervista al capocannoniere blucerchiato.
OBIETTIVI PERSONALI. “Il mio obiettivo è quello di fare il mio meglio, che al momento è fissato alle 12 reti con il Sassuolo. Ho iniziato la stagione con un’idea precisa in testa: tornare al top. Lunedì sfidiamo il Sassuolo e io penso ancora agli ultimi sei mesi della seconda stagione con loro, quando ho segnato tantissimo. In quel momento mi sono sentito al massimo. Il traguardo è riuscire a essere quel Defrel per una stagione intera, cosa che non è mai accaduta“.
GLI ESORDI. “Ricordo ancora, come se fosse ieri, il mio provino al Parma: avevo 18 anni, giocavo con la squadra del mio quartiere e mi allenavo una volta alla settimana. Ho preso il pallone e sono partito in dribbling saltando 2 o 3 avversari. Poi ho chiesto il cambio, 5 minuti e non ce la facevo più.Sembrava impossibile per me avere un futuro nel calcio, non avrei mai immaginato di poter giocare in Serie A, di entrare a San Siro, di sfidare la Juventus“.
CURA DEL FISICO. “Non aver fatto il settore giovanile mi ha tolto molto: io ad esempio ho faticato a capire quanto fosse utile lo stretching. Pensavo che fosse inutile, poi, dopo i primi infortuni, ho capito che faceva la differenza. Ora faccio un’ora di esercizi in palestra prima di ogni allenamento. Per prevenzione. Ho imparato a curare il fisico solo alla seconda stagione al Sassuolo, vedendo gli altri“.
CONFRONTO CON ZAPATA. “A Genova c’era chi dubitava che potessi far meglio di Duvan Zapata? Ho subito sentito parlare molto di lui, tra l’altro un ottimo attaccante, così come era successo a Sassuolo con Zaza, ma io non faccio caso ai confronti: al mio arrivo pensavo soprattutto a tornare al massimo fisicamente. Stavolta, poi, avevo qualcosa in più“.
RAPPORTO CON QUAGLIARELLA. “I suoi assist? Spero presto di poter ricambiare il favore. Lui è un grande attaccante, ha giocato in squadre importanti e ha sempre fatto gol. Ora mi ha dato un consiglio: quando sterzo verso sinistra, di solito, osservo se da dietro si sta inserendo un centrocampista. Lui mi ha detto di guardare avanti e di provare il suggerimento in verticale, cosa che mi renderebbe molto più pericoloso. Ci sto già lavorando“.