In queste ore tiene banco il caso, anzi, la questione Jankto. Utilizziamo un termine diverso dagli altri per provare a spiegare come mai non sarebbe il caso di sorprendersi più di tanto per le difficoltà di inserimento in squadra del centrocampista ceco. Nonostante un inizio di campionato così così, l’ex talento dell’Udinese è tornato alla ribalta dopo avere giocato – seppure per una manciata di minuti – nella partita di Nations League della sua Repubblica Ceca contro la Slovacchia, vinta da Jankto e compagni per 2-1 grazie a una perla di testa (era ora!) dell’ex blucerchiato Schick.
In estate, nel momento in cui l’affare per portarlo alla Sampdoria è stato perfezionato, l’ambiente blucerchiato è stato attraversato da una scossa di comprensibile entusiasmo. Classe 1996, nelle ultime due stagioni con la maglia dell’Udinese Jankto si è affermato come una delle mezzali più promettenti dell’intera Serie A. Qualcuno già pregustava un suo gol a Marassi, cosa che è avvenuta al primo tentativo nello stentato 1-0 di Coppa Italia contro la Viterbese dello scorso 12 agosto. Poi una maglia da titolare alla Dacia Arena contro i suoi ex compagni. E poi la scomparsa dai radar.
In effetti, anche mister Giampaolo aveva ammesso che in questo periodo “Jankto è un po’ in difficoltà”. Ma al tempo stesso ha precisato che il talentino ceco “non deve abbassare la guardia”. Nel senso che avrà le sue occasioni per riscattare l’opaca prestazione in quel di Udine, quando i fischi del pubblico friulano gli bloccarono muscoli, mente e giunture. Finora, in campionato, la “Iena ceca” ha giocato appena 118 minuti: 70 contro l’Udinese, 31 con l’Inter, 10 con il Cagliari e 7 con la Spal, fino alla panchina – senza entrare in campo – di Bergamo. Uno score certamente negativo.
Ma quest’anno la concorrenza in mezzo al campo è enorme. Linetty, Praet, Barreto, l’intoccabile Ekdal e il giovanissimo Rolando Vieira formano con Jankto una banda di 6 centrocampisti di alto livello e pronti a tutto per strappare una maglia da titolare. Senza dimenticare che Giampaolo, nella sua ormai lunga esperienza in blucerchiato, ha dimostrato che salvo casi eccezionali – vedi Torreira – i nuovi arrivati devono pazientare prima di diventare protagonisti del suo ormai proverbiale 4-3-1-2. Il mister ha bisogno di tempo per lavorare sulla testa e sui movimenti di chi entra a far parte del suo gruppo. Vedi il giovane Andersen, oggetto misterioso per 6 mesi prima di diventare, nel giro di pochissimo tempo, una delle colonne portanti della squadra.
E poi ci venga concesso un parallelismo con Praet. Il belga, sbarcato alla corte di Giampaolo nel 2016, era stato accolto da tutti come il salvatore della patria, il talento che avrebbe cambiato il destino della Sampdoria. Eppure, facendo un piccolo tuffo nel passato, si può notare come nelle prime 8 giornate del campionato 2016/2017 anche il genietto di Lovanio si sia fatto la sua bella panchina, tra l’altro venendo preferito da un paracarro come Ricky Alvarez. Contro Palermo e Pescara – due fiacchi 1-1 – Praet perse il posto da titolare e totalizzò la miseria di 17 minuti. E 0 (zero!) nel derby che sancì la resurrezione di Giampaolo e con lui di una squadra partita davvero male.
Insomma, gettare la croce addosso a Jankto a tre mesi dal suo arrivo non avrebbe senso. Il ragazzo rappresenta un enorme patrimonio economico e tecnico-tattico per la squadra. Il campionato è lungo e il furetto ceco avrà modo di vedere di che pasta è fatto. La Samp sborserà 15 milioni di euro per strapparlo all’Udinese e – come spiegato dal Secolo XIX – non ha alcuna intenzione di scaricare il 22enne ceco.
2 commenti
Esatto, Jankto ha già giocato nel campionato italiano e dimostrato di saperci giocare bene…
Aspettiamo.
Un bel centrocampo che mi lenisce il dolore per la perdita di Torreira, e che non ha più Verre e Capezzi proprio perché è stato volutamente migliorato alzando l’asticella.
Spero sia vero ciò che si dice di Vieira, nel contempo mi congratulo con Barreto che in un centrocampo migliorato qualitativamente e tecnicamente si conquista meritatamente maglie da titolare grazie a puro sacrificio. Esempio.
C’è anche da dire però che l’anno scorso Jankto non ha fatto bene, personalmente pensavo che fosse stato coinvolto nella pessima stagione dell’Udinese ma a questo punto più di un dubbio mi sorge…
Non vorrei insomma che fossimo di fronte a uno di quelle migliaia di calciatori che cominciano la loro carriera in maniera folgorante ma poi, per oscuri motivi, si perdono e non tornano più su quei livelli…
Aspettiamo, per il momento resto ancora fiducioso su un suo recupero e prezioso contributo alla causa…