Sampgeneration cercava un tecnico di professione, un esperto di pallone con cui parlare di tattica e calcio giocato. Finalmente abbiamo trovato un interlocutore ideale in Carlo “Gino” Sarpero, giovane allenatore alle prese con il calcio dilettantistico ligure ma già più titolato di quel David Platt che rilevò la panchina blucerchiata nella stagione ’98/’99.
A mister Sarpero chiediamo a bruciapelo un pepato parere sul suo “collega” Delio e lui, come piace a noi, risponde controcorrente:
“Innanzitutto un’annotazione di contorno: emerge la centralità della figura di Delio nella creatura Sampdoria di quest’anno. Con la partenza di Romero ora la persona con lo stipendio più alto all’interno dello spogliatoio è proprio Rossi, in linea con una leadership alla Capello e Mourinho. E’ chiaro che il mister voglia pesare a livello decisionale, come figura di totale riferimento ma anche come unico responsabile delle scelte effettuate. Un’arma a doppio taglio quindi, sicuramente figlia di quel grande carisma che ha sempre dimostrato e che società e tifosi gli richiedono per donare quel quid pluris che la Samp sta cercando quest’anno.”
Venendo però alle sue scelte tattiche, che Sampdoria viene fuori dopo un anno sotto la guida di questo trainer?
“Devo dire che Rossi mi ha stupito e non in positivo. Per prima cosa ha abbandonato il frizzante 4-3-3 al quale spesso è stato accostato, uno schema nel quale offriva ampi spiragli di calcio ‘champagne’ e con il quale era esaltata la fase offensiva, preferendogli invece una formazione più attendista in cui si segnalano diversi giocatori impegnati ad ostacolare il gioco avversario. Il suo modulo è infatti un 3-5-2 che molto sovente diventa un 5-3-2. Nella sua versione 2013 delio ricorda più un Carletto Mazzone (non a caso grande fautore del modulo con cinque difensori) che non l’allenatore innovativo che è sempre stato.”
A questo punto fuori i nomi, in modo da capire come si definisce sul campo questa propensione difensivista. Sappiamo tra l’altro che hai una naturale predilezione per Eder…
“Fuffa-Eder? Lui è proprio il simbolo del discorso che ho appena fatto: sembra un Fausto Pari in versione offensiva, in fase di non possesso gioca spesso in pressione se non in marcatura. Gli esterni sono entrambi ottimi in copertura e meno bravi in fase di costruzione (soprattutto se si confermerà Regini sulla sinistra) mentre al centro troviamo l’ottimo mastino Kristicic e la Pantera Obiang, il più dotato tecnicamente ma pur sempre lento nel costruire. Il terzo di centrocampo è ancora un’incognita, ma fra Bjarnason, Eramo, Renan e Soriano di tecnica se ne intravede poca (anche se quest’ultimo, in realtà, ne possiede un ottimo bagaglio ma palesa grosse lacune in quanto a personalità…). Purtroppo mancano giocatori che possano aiutare le punte (la punta) nella fase realizzativa. Dalle mie parti si chiama mentalità difensivista.
A questo punto avrebbe più senso mettere Palombo centrale di centrocampo (ruolo in cui ha già giocato con esiti positivi nell’era Mazzarri) e spostare Kristicic a sinistra ed Obiang a destra: così quadreremmo il cerchio a centrocampo.
Domanda ovvia E che sorge spontanea dopo queste ultime considerazioni… Tu quale schema proporresti?
“Premettendo che la società ha fatto acquisti mirati per il modulo sul quale il tecnico si sta concentrando e che dunque risulta difficile offrire una valida alternativa posso pur sempre provare a usare la fantasia.
Personalmente sceglierei un 4-2-3-1 con la seguente formazione: Da Costa – De Silvestri – Gastaldello – Costa (Regini) – Barillà – Kristicic – Obiang – Wsolek (Sansone) – Sansone (Rodriguez) – Eder – Gabbiadini. Punterei quindi a giocare con un maggiore possesso palla, cercando i tagli offensivi nello spazio di Gabbiadini ed Eder, e sfrutterei la fantasia di Sansone con due esterni difensivi pronti ad attaccare e spingere. Kristicic sarebbe a protezione della difesa ed Obiang libero di impostare.
Ricapitolando, ne risulterebbe una squadra decisamente più propositiva: spazio alle idee, mi verrebbe da dire…”
Ultime considerazioni sul nostro Grande Timoniere?
“Mi aspetto che infonda un po’ più di fiducia in tutti quei giocatori che la società gli ha messo (o lasciato…) a disposizione creando quella sana competizione che porta il giocatore a guadagnarsi il posto nell’undici titolare, sia in partita che in allenamento.
Una cosa che si nota a questo proposito è la sua riluttanza nel ricorrere ai cambi per dare una scossa durante la partita, soprattutto nei momenti di massima difficoltà. Rossi appare sempre fermo sulle proprie decisioni iniziali, effettua una o due sostituzioni a partita in media dal 25-30 minuto del secondo tempo: una scelta che non sempre mi trova d’accordo, soprattutto perché i giocatori che subentrano sono sempre gli stessi ed in panchina restano calciatori che non abbiamo visto giocare neppure in amichevole.
Consiglio inoltre un buon mental coach per dissolvere definitivamente quella nube di apatia, paura e svogliatezza che spesso durante la stagione avvolge lo spogliatoio di Bogliasco. Un nome da proporre? L’ottimo Daniele Litterio, un abile e preparato mental coach abruzzese che farebbe proprio al caso nostro.
Aprirsi alla modernità, caro Delio, alle volte può portare a scosse molto positive.”
Vuoi esprimere, salutandoci, un pronostico sul derby?
“No, posso solo chiudere dicendovi: che si vinca o che si perda Forza Doria e Genoa… fate voi!.”
5 commenti
evvaiii ginooooo
(belin però quel 4231 è improponibile!!! 😀 Carlo Gino Sarpero)
MERRRR….A! Chi vuole giocare all’impiccato??? Eh eh!!!
ecco si il 343 si.. anche se Sansone dubito lo reggerebbe
RAGAZZI ho sognato di nuovo…4312 a rombo..da costa de silvestri gastaldello regini costa palombo davanti alla difesa kristicic a sx obiang a dx dietro le punte sansone o soriano eder gabbiadini punte…che ne pensate??