I soprannomi, alle persone e alle cose, non si danno mai a caso. Ci sarà un motivo se l’Inter si è conquistata l’etichetta di squadra “pazza”. Dai nerazzurri, è la storia a dirlo, ci si può sempre aspettare di tutto. Un giorno vincono con la prima in classifica e la settimana dopo si fanno spennare in un anonimo campetto di provincia. Una tradizione che ha trovato conferma anche nella recente partita di Champions League contro il Tottenham. La squadra di Spalletti era ormai rassegnata alla sconfitta quando gli dèi del calcio le hanno dato una mano armando il destro da fuori area di Icardi e la capoccia di Vecino, fin lì il peggiore in campo: un micidiale uno-due che rischia di esaltare il morale della truppa interista dopo un inizio di campionato da manicomio.
Sconfitta contro il Sassuolo, pareggio in casa con il Toro, vittoria striminzita nella prestazione – ma non nel risultato – a Bologna e harakiri interno contro il Parma. Quattro punti in altrettante partite che avevano messo in discussione la panchina di Spalletti, almeno fino al successo in rimonta contro gli Spurs. Che dev’essere seguito per forza di cose da una vittoria in campionato per cominciare la marcia verso un piazzamento per l’Europa che conta. Ma l’Inter è una squadra ancora in costruzione sotto ogni punto di vista: tattico, mentale e di affinamento dell’intesa tra i giocatori. Finora Spalletti ha sempre cambiato qualcosa negli 11 di partenza, dando spazio a un oggetto misterioso come il brasiliano Dalbert e pagando qualche infortunio di troppo.
La qualificazione alla Champions League centrata all’ultima giornata dell’anno scorso ha permesso alla società di Suning di allargare i cordoni della borsa. Vrsaljko, Nainggolan, Keita, Martinez e Politano, oltre agli svincolati De Vrij e Asamoah, sono stati acquisti pensati per aumentare in qualità e numero il livello della rosa. Ma qualcosa è andato storto. Nainggolan, Vrsaljko e Martinez si sono subito infortunati, mentre il primo impatto di De Vrij, Politano e Asamoah è stato buono ma non eccezionale. In stand-by la valutazione su Keita, ottimo giocatore ma non nel ruolo che è di Icardi. E infatti, contro la Samp, per la prima volta in stagione l’ex calciatore di Lazio e Monaco potrebbe prendere il posto di Perisic sull’esterno sinistro d’attacco.
Ma lo scarso rendimento dell’Inter in queste prime battute di campionato è dovuto più che altro al collettivo. Prese una per una, infatti, le individualità nerazzurre sono di altissimo livello, sia nella fascia centrale della difesa che dalla trequarti in su. Il vero problema è a centrocampo dove Brozovic è l’unico intoccabile, anche se discontinuo. Fu proprio il croato vice-campione del mondo, due stagioni fa, il 3 aprile 2017, a spianare la strada alla rimonta della Sampdoria commettendo un ingenuo fallo di mano in area per il rigore dell’1-2 di Quagliarella. Ma da allora Brozovic è cresciuto in autostima e consapevolezza e adesso il punto interrogativo è un altro: a chi affiancarlo? Un problema che l’Inter si trascina dalla scorsa stagione, non sapendo su chi puntare una volta per tutte tra Gagliardini e Vecino. Entrambi buoni giocatori, validi nella fase di interdizione ma carenti spesso e volentieri in quella d’impostazione.
In questo un ruolo fondamentale ce l’ha Nainggolan, fortemente voluto da Spalletti proprio per la sua capacità di fare da collante tra centrocampo e attacco, senza dimenticare la sua abilità negli inserimenti e nelle conclusioni dalla media distanza. Sulle fasce offensive giostrano a giorni alterni ali di qualità come Perisic e Candreva, Keita e Politano, da contrastare nelle incursioni verso l’area di rigore e nei rifornimenti verso il centro dell’attacco. Occupato dall’insopportabile Icardi: 100 gol con l’Inter in Serie A di cui 10 segnati alla Samp (sei solo l’anno scorso, due all’andata e quattro al ritorno). Per limitare al massimo la pericolosità dell’attacco nerazzurro bisognerà fare densità a metà campo, concedendo poco spazio alle loro ripartenze e bloccando sul nascere ogni iniziativa offensiva proveniente dai piedi di Brozovic e Nainggolan. Sono loro, citando un grande film di Sorrentino, gli “uomini in più” della squadra di Spalletti.
Questa la probabile formazione nerazzurra per la sfida contro la Samp. 4-2-3-1: Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Skriniar, Asamoah; Brozovic, Gagliardini (Vecino); Politano, Nainggolan, Perisic (Keita); Icardi.