Appuntamento con il grande tifoso Roberto C, decano di vicende e storie blucerchiate. Riflessioni e spunti sempre interessanti: toni lirici di un maestro di tifo doriano.
Essere tifosi passionali non è cosa che porti grandi benefici.
Si vive una condizione di sofferenza, eterna precarietà, impossibilità di godere posizioni di rendita che impediscano di sostenere un continuo stato di patimento, afflizione per desideri che purtroppo non saranno realizzabili. A meno che non si sia dalla parte di CR7. Pace e sicurezza garantiti! Malauguratamente questo è il nefasto quadro che mi rappresenta nella condizione di sampdoriano. Sono un supporter che spasima e pena per la propria squadra e che per motivi diversi non ce la fa a mantenere il giusto equilibrio. E faccio dannare mia moglie che, nel tempo della partita, non riesce a capacitarsi di tanta momentanea follia! Per me, da questo punto di vista, il periodo più bello dell’anno è quello che intercorre tra la fine del campionato e l’inizio di quello successivo. In questo tempo posso vivere in pace, sereno, rilassato, scevro da quelle ossessioni e tormenti che derivano, sempre, dagli esiti sportivi della Samp. Che per lasciarmi tranquillo deve trovarsi, nel corso della partita, su un risultato che mantenga almeno tre gol di scarto a favore.
Quante volte può succedere?
Se anche lo scorso anno quasi non sarebbe bastato contro la Juve. Non sono equilibrato, lo ammetto. Ma siccome prima o poi la contesa deve iniziare ecco che la tensione si sposta sulla condizione di partenza che per un sognatore fa dire: siamo sullo stesso piano della Juve, poi vedremo.
Sì, lo so, è solo la pia illusione della condizione dovuta alla stasi. Però, lasciatemelo dire, credo che l’idea dell’ inizio felice sia una continuazione di questa piacevole fantasticheria. Tutto è più bello dintorno mentre guardi gli altri da una posizione di elevatezza. Ne ricordo alcuni di questi felici momenti. Campionato 1964/65. Primi in classifica alla sesta con dieci punti relativi a quattro vittorie (da due punti) e due pareggi. E poi il baratro con quattro sconfitte consecutive, la prima, inaspettata a Varese (2-0). Poi Milan, Juventus e G…..L’altra occasione è abbastanza vicina nel tempo. Campionato 2009/2010. Quello dei due fenomeni Cassano e Pazzini (quanta nostalgia!) Quattro vittorie nelle prime partite. E alla fine conquista del posto Champions con il fiore all’occhiello dell’imbattibilità casalinga e con la difesa, tra le mura amiche, meno perforata d’Europa. Solo 10 reti al passivo. L’allenatore era un certo Del Neri(tra l’altro domenica commentatore della partita di Udine) che l’anno seguente ha lasciato il posto a Di Carlo e poi Cavasin….Quanto rimpianti, a mio giudizio, per Del Neri, ovviamente, che,lui sì, ci ha fatto divertire. L’oggi da commentare è invece molto amaro perché ha lacerato già alla prima la nostra verginità. E a me dispiace assai. Sarà perchè non accetto l’insuccesso per la Samp. E mi chiedo, è’ possibile essere così tetragoni o forse direi ottusi? Ed il bello è che questi effetti nefasti li rimugino per i giorni a seguire. E che sarai mai una sconfitta? Ma io non capisco. Il mio Doria non “può” perdere. E continuo ad arrovellarmi, a sentire insoliti rumori nella testa, come quando ci si gira nel letto e non si riesce a prendere sonno.
Chi mi può aiutare? E come?
Sono un naufrago nel mare torbido dell’insicurezza. Dovrei andare da uno psicologo e farmi convincere che ci sono cose più importanti nella vita. Il che è anche vero, lo so, lo sappiamo.
E poi penso a cosa direbbero i miei padri putativi, grandi scrittori e musicisti che mi accompagnano quotidianamente nel corso del mio mondo spirituale. Ma se la Samp perde anche la mia ragione si smarrisce. Forse mi potrà essere utile questa confessione a …cuore aperto. Chissà. Per il momento, prima di un’auspicata guarigione, faccio gli scongiuri di rito e mi affido al….dio del calcio. Fammi soffrire il meno possibile, se puoi. Lascia navigare la navicella blucerchiata nel mare della tranquillità. E io cercherò di cambiare per finalmente essere in condizione di guardare una partita del Doria senza quelle folli manifestazioni da psicopatico che mi caratterizzano.
L’esperienza del grande Male, pur traslata, mi aiuterà sicuramente a diventare diverso, un tifoso più distaccato, più disteso e pacato. Cercherò di raggiungere questo obiettivo, lo giuro.
Ma intanto domenica arriva a Marassi il Napoli e le probabilità che alla fine ci si trovi al palo, a zero punti, sono altissime. Guardare la classifica dalle più infime profondità non è propriamente un gran bel vedere anche ripensando a quei bei momenti antichi e più recenti.
P.S. Domenica scorsa ho mantenuto la promessa. Ho visto per intero la partita e non mi sono strappato i capelli (quei pochi che mi sono rimasti) pur assistendo ad un primo tempo che vedeva in campo una squadra normalissima che però sembrava il Santos di Pelè di fronte ad una compagine da oratorio dall’altra parte del campo. Poi nel secondo tempo c’è stata una sorta di riscatto che avrebbe potuto portare il pareggio se avessimo avuto in campo un certo Zapata, ma mi dicono che ha cambiato maglia.
Per fortuna in panchina abbiamo un guru che studia calcio 24 ore su 24, anche quando dorme. Sarà un genio incompreso? Forse avremo la risposta il giorno che toglierà il disturbo. Per ora sta lì con quella faccia da cane bastonato che se fossi un giocatore mi farebbe venire il tradizionale latte alle ginocchia e la voglia di cambiare ambiente.
4 commenti
Articolo stupendo in cui mi identifico. Complimenti altri commenti risulterebbero superflui.
Si Roberto, sei un caso da psicologo. Se può consolarti, sei in buona compagnia.
Bell’articolo! Mi soffermo un attimo, avendo l’età, sul campionato del 1964. Eravamo uno squadrone. Fatto con prestiti (Sormani) e scarti altrui(Lojacono) più alcuni giocatori forti come Barison e Da Silva senza dimenticare il piccolo grande Frustalupi. Dopo la vittoria di Bologna e con la Roma a marassi perdemmo malamente a Varese.
Poi ci salvammo dalla serie B all’ultima giornata. Cosa è successo? Semplice, mancava la società. Lojacono andava a letto con la moglie di Barison, almeno così si diceva e Da Silva stava al night club fino alle 4 del mattino (innamorato di una ballerina) e la società….fate un pò voi……
Caro Silverfox mi fa piacere leggere il tuo commento anche perchè mi riporta indietro nel tempo specie nel ricordo di certi aneddoti. Sormani (allora detto il “Pelè bianco” ma di fatto……) Lojacono con la moglie di Barison era un fatto risaputo. Come pure quello di “China” Da Silva. La società purtroppo era quella che era ma anche i tempi erano assai diversi da quelli “tecnologici” attuali. Però io ho un bel ricordo, ad esempio, del Presidente Colantuoni, l'”Avvocato di campagna”, uomo semplice ma onesto.