Roberto C non le manda a dire nel giorno della brutta sconfitta:
Questo il suo nuovo articolo:
Ore 13.45, Domenica 18 marzo 2018. Mi appresto a scrivere questo articolo mentre stiamo soccombendo contro l’Inter (5-0). Il risultato attuale mi ricorda una giornata infausta dei blucerchiati.
Era il 1 marzo 1964 e la Samp scese in campo per la prima e ultima volta, se non ricordo male, con la maglia arancione(!). La partita, più o meno come oggi, era già finita al quarto d’ora del primo tempo. Mazzola (9’), Facchetti (11’) e Suarez (13’) avevano già messo il risultato in cassaforte. Al gol di Paolone Barison (14’) replicarono immediatamente ancora Mazzola (25’) e Suarez su rigore (27’). 5-1, così finì il primo tempo e fu anche il risultato finale.
I nerazzurri non infierirono più di tanto perché credo avessero un appuntamento vicino con una partita di Coppa. Ero alla Nord, quel giorno, e mi venne un forte groppo in gola ma in fondo pensai che quella di fronte a noi era la grande Inter di Helenio Herrera, il Mago, che non a caso di lì a due mesi (27 maggio 1964) vinse al Prater di Vienna la sua prima Coppa dei Campioni nientemeno che con il grande Real Madrid di Puskas, di Stefano e Gento. Roba da stropicciarsi gli occhi. E in quel tempo io (ma penso tantissimi tifosi italiani in genere), oltre alla Samp parteggiavo per la squadra tricolore (una, solamente….) che difendeva i colori nazionale. Poi, con l’era Mantovani, ho cambiato filosofia e sono diventato anti…. Ma questa è un’altra storia…Ora non so come finirà oggi, ma a questo punto ha ben poca importanza. Credo però siano necessarie alcune considerazioni da parte di un vecchio supporter che non è mai stato un “tecnico”, un esperto di tattiche e numeri vari su come impostare una partita.
Non sono uno “da panchina”. Ma a questo punto del campionato, però, mi pare giusto porre qualche critica, ad esempio all’allenatore. Non perché lo giudichi positivamente o negativamente in sé ma in quanto da altri valutato come uno dei migliori nel panorama italiano. In che senso? Vorrei che qualche “esperto” me lo spiegasse ma con poche fumisterie. A me non sembra che, ad onta dei 44 punti, si possano tessere particolari elogi su di lui. Se fosse vero che è riuscito a dare un gioco alla squadra con la sua specifica impronta allora si dovrebbe concludere che questo dovrebbe apparire in tutte la partite, a prescindere dal risultato. Ma non si può accettare che un complesso “originale”, perché questo è il messaggio che si è voluto far passare, subisca tante sconfitte inspiegabili ed umilianti contro squadre di bassa classifica. Ed anche di subire rovesci in casa come quello di oggi. Indubbiamente quella che appare agli occhi di qualsiasi osservatore obiettivo è la rappresentazione di una squadra “schizofrenica” che non ha raggiunto ancora l’equilibrio per interpretare la parte che le spetta con la giusta stabilità tipica di un complesso che è arrivato ad una auspicata maturazione. Ai miei tempi, e lo voglio sottolineare, la Samp era squadra modesta che aveva un unico obiettivo, la salvezza che, lo ripeto, veniva sempre (o quasi) festeggiata con i caroselli auto a De Ferrari ritmati dal festoso grido “Serie A, Serie A!!”. Oggi le cose sono un poco diverse, migliorate. Ma ciò non deve portare a considerazioni esaltanti soprattutto nei confronti del tecnico. Che, per quanto mi riguarda, potrebbe tranquillamente fare le valigie che non ne subirei alcuno scossone emotivo. Poi vorrei dire qualcosa a tutti gli amanti della Samp. E cioè che non si può essere tifosi allo stesso modo. Intanto bisogna sempre prescindere dall’età. Quando ero giovane, cioè negli anni sopra citati, andavo quasi tutte le domeniche in trasferta, con i magnifici “treni speciali”. Milano, Torino, Vicenza, Verona, Roma, Napoli, Ferrara e mi fermo qui. E anch’io, con l’entusiasmo dei miei diciotto anni, affrontavo il risultato, anche negativo, con la forza d’animo di chi crede comunque in un progetto e nel futuro. E’ la bellezza della gioventù. Ora sento che non ho molto più tempo per particolari prospettive proiettate nell’avvenire e allora ragiono con la logica del “carpe diem”, vivo cioè alla giornata.
Ma mi è rimasta la caratteristica del tifoso “manicheo”. Il bene mi esalta, il male mi abbatte. Nel primo caso se la Samp vince con una “grande” sono ancora oggi propenso a vedere i vari servizi su tutte le trasmissioni tv nazionali che magari, anche se a malincuore, magnificano la nostra impresa. Se viceversa, come oggi, si perde malamente, faccio un’operazione di rimozione cerebrale. Cancello tutto. Punto. D’altronde il sottoscritto è un tifoso che non riesce a vedere una partita per intero. Se sono allo stadio esco sempre dieci minuti prima della fine (a meno che il risultato sia nettamente a favore), se la guardo in televisione allora divento un mezzo maniaco e spengo, poi riaccendo e guardo il risultato parziale sul Televideo e passeggio per la casa. Insomma, una tortura. Ma, scusate ancora, oggi non mi va di dire “semplicemente” e “superficialmente” Forza Doria comunque! Certo che ero, sono e resterò per sempre “doriano” ma con il magone che ho mi va solo di cambiare “canale” e continuare a leggere il libro che mi sta appassionando. Parla di filosofia, cioè della ricerca del senso della vita. Perché no, anche quella del tifoso!
4 commenti
Roberto hai scritto un’articolo da dieci e lode mentre ti leggevo mi sono rivisto, praticamente senza saperlo hai descritto la mia domenica con la Samp. Ti ringrazio perche’ e’stato piacevole leggere le tue pillole di grande saggezza.
Anche io Roberto essendo un tifoso non più giovane mi sono immedesimato nella tua analisi e provo le stesse sensazioni. Grazie per questo articolo.
La partita di cui parli è stata la prima che ho visto, avevo 5 anni e nonostante la batosta sono diventato sampdoriano, da piccolo mi chiedevo se avrei mai visto la mia squadra vincere qualcosa, ci ha pensato Mantovani a risolvere il mio dubbio, ma è stata un epoca probabilmente unica, speriamo di no ma la realtà dice questo, su Giampaolo penso che sarebbe difficile per chiunque giocare senza terzini
Ricordo quella partita ero allo stadio. Il gol più bello fu quello di Barison che incrocio dalla sinistra spiazzando..mi sembra Sarti. Beccammo di brutto anche in un altra occasione dall’inter. Sempre 5-0 ma in quei due casi l’inter era stellare e noi lottavamo in fondo alla classifica. Domenica abbiamo perso da una squadra discreta e noi non siamo in fondo alla classifica. La differenze stanno che allora noi non potevamo fare di più OGGI non potevamo fare di meno…peggio di così!!!!!!