Marco Simoncelli era un pilota eccezionale. Tutti gli appassionati di motociclismo, ma anche chi come lo scrivente non ha mai seguito con particolare trasporto le gare di MotoGp, lo ricordano per il suo coraggio in pista, la simpatia contagiosa, la risata sempre pronta, i boccoli che gli calavano disordinati sulla fronte. Simoncelli era uno dei protagonisti più amati del mondo dei paddock.
Era, perché Marco se n’è andato nel 2011 ad appena 24 anni per un terribile incidente sulla pista di Sepang, in Malesia. Da allora ne è passato di tempo, ma il ricordo dello sfortunato corridore è ancora vivo nella memoria di tutti i tifosi italiani, indipendentemente dalla loro fede calcistica.
Cosa c’entra la fede calcistica con Simoncelli? C’entra eccome. Perché negli ultimi giorni alcuni tifosi genoani, aizzati da alcuni articoli apparsi sui giornali e su internet, hanno scatenato un putiferio sulla presunta mancanza di rispetto di alcuni sampdoriani nei confronti del povero Marco.
I fatti. Sabato sera, pochi minuti prima del calcio d’inizio del derby, sul prato del “Ferraris” è stata svelata la moto della scuderia Sic58 che parteciperà al Mondiale 2017 della Moto3. Per il team, intitolato alla memoria di Marco “Sic” Simoncelli, era presente come testimonial il papà Paolo.
L’ingresso “in campo” del padre di Simoncelli, annunciato dalle speaker dello stadio, è stato accolto dagli applausi di tutti i tifosi presenti a Marassi. L’omaggio del pubblico è proseguito per alcuni minuti, fino a quando l’organizzazione dell’evento ha preso una piega molto discutibile: il papà di Sic si è visto consegnare una maglia del Genoa autografata da tutti i giocatori rossoblu. 58 il numero di maglia, lo stesso che il mitico Simoncelli “indossava” in corsa sulla sua monoposto.
Immediata la reazione di alcuni tifosi sampdoriani, che hanno reagito in maniera rabbiosa fischiando l’operazione di beatificazione genoana post-mortem di Marco Simoncelli. Il Sic era tifoso milanista e simpatizzante napoletano, basta una ricerca su internet per verificarlo. E invece Carlo Pernat, manager motociclistico tifoso del Genoa noto per le sue uscite sprezzanti nei confronti dei sampdoriani, in settimana aveva pubblicato un post sul suo profilo Facebook dove scriveva:
«[…] sia Paolo ed il povero Marco erano anche un po Genoani visto che ero il suo manager e gli parlavo sempre del grifo». A parte l’italiano stentato (sic!, esclamazione spontanea solo omonima del soprannome di Marco Simoncelli), di Pernat colpisce il grottesco e ridicolo tentativo di attribuire la patente di genoanità a una persona scomparsa. Va bene l’amicizia, va bene tutto, ma dire che Simoncelli era genoano è una provocazione bella e buona nei confronti di quei sampdoriani che ogni domenica, a qualsiasi ora, accendevano la tv per godersi le staccate del Sic.
Basta fare un giro su internet per leggerne di ogni sul conto dei tifosi sampdoriani che hanno sbeffeggiato questa ridicola operazione di marketing. Eppure non ci vuole molto a capire che i fischi non erano rivolti al padre di Marco Simoncelli, come qualcuno vuol far credere in modo capzioso ed eticamente riprovevole, ma proprio alla tendenziosa strumentalizzazione genoana.
Associare i fischi di sabato alla figura di Marco Simoncelli è un atto meschino, vergognoso e inaccettabile. I sampdoriani respingono al mittente le critiche dei lorsignori che si sono permessi di parlare di sciacallaggio mediatico. Senza dimenticare che le accuse provengono da chi, in un derby, espose uno striscione che recitava testuali parole: “Mantovani arrenditi: il cuore non si compra”.
ROBERTO BORDI
4 commenti
il loro stile e la loro eleganza e’ sempre stata questa.inoltre si sono sempre appropriati abusivamente di tutti e tutto.per loro era genoano pure cristoforo colombo.non e’ un caso che stiano sui coglioni praticamente ad ogni tifoseria di tutta italia.arroganza,prosopopea,retorica,ignoranza ……in una parola sola:PATETICI
eppure sulla sacra sindone sembra abbiano trovato ricamato uno scudettino con maglia rossoblu il numero 33 ed il nome cristo…………..
va a finire che pure lui era bibino…………………
Pernat uno dei peggiori bibini che ci sia in circolazione, il suo astio nei nostri confronti è risaputo, anni fa in una trasmissione televisiva alla domanda se fosse favorevole alla fusione tra Samp e cenua rispose ” Si sono favorevole, nel senso che sono favorevole alla fusione dei sampdoriani nei forni crematori!”
Roba da denuncia penale, un episodio che non so perchè non ha mai avuto eco ( solo la Federclub se non ricordo male rilasciò un comunicato ), da aspettarlo fuori dallo studio televisivo e mollargli un ceffone, dichiarazioni che testimoniano, se mai ce ne fosse bisogno, la loro eterna frustrazione nei nostri confronti…
Amici, anche i garibaldini erano cenuani, camicia rossa e fazzoletto blu, patetici…