Nell’enciclopedia Treccani, alla voce “rimonta”, si legge: “L’azione di rimontare. Nello sport, r. di uno svantaggio o anche semplicem. rimonta, riduzione o annullamento dello svantaggio”. Un concetto, quello di rimonta, che potrebbe avere un nuovo sinonimo: la Sampdoria 2016/2017.
Con il 3-1 di ieri la squadra di Giampaolo è arrivata a quota quattro rimonte in campionato: Atalanta, Sassuolo, Roma e Bologna. Ribaltare in corso d’opera il risultato di una partita non è la cosa più semplice del mondo. Una volta, facciamo anche due, può accadere per caso. Ma quando le rimonte diventano quattro (in media una ogni sei partite), non si può più parlare di buona sorte.
La Samp di Giampaolo non molla mai. Anche quando il tempo scorre inesorabile e lo spettro della sconfitta sta per materializzarsi, Muriel & C. non si perdono d’animo. E a forza di provarci, di lottare come leoni fino all’ultimo secondo di gioco, i risultati arrivano. E con essi i punti, ben 12.
Quest’anno il Doria ha già stracciato il suo record di rimonte stagionali. Analizzando i risultati in campionato della squadra blucerchiata dal 2012 a oggi, cioè da quando è tornata in serie A, si può osservare come la Samp non sia mai andata al di là di un massimo di due rimonte in 38 partite. È successo nella stagione con Delio Rossi 2012/2013 (1-2 a Torino contro la Juve e 3-2 al ritorno sempre contro la squadra bianconera). E nel 2013/2014 (4-2 e 2-1, entrambi i risultati in casa, con Livorno e Chievo).
Almeno fino a oggi. Perché quest’anno la Sampdoria gioca dei secondi tempi micidiali. Almeno da novembre a questa parte, visto che a inizio campionato tifosi e addetti ai lavori rinfacciavano ai blucerchiati di giocare a 1000 all’ora i primi 45 minuti, per poi calare fisicamente nella ripresa.
Ma dal 20 novembre, giorno della miracolosa rimonta casalinga con il Sassuolo, qualcosa è cambiato. Determinazione, ambizione, concentrazione, fame di risultati: un mix di qualità che hanno permesso ai blucerchiati di svoltare una volta per tutte. E di sfatare il luogo comune secondo cui, storicamente, la Samp è una squadra passiva. Per informazioni chiedere ad Atalanta, Sassuolo, Roma e Bologna: tutte vittime del furore agonistico e della voglia di vincere della Sampdoria.
ROBERTO BORDI