L’autofinanziamento è compiuto: dopo stagioni che si perdono nella notte dei tempi, la Sampdoria chiude l’anno con il bilancio in positivo. Tra le cessioni milionarie, le plusvalenze e i fondamentali diritti televisivi, la Samp terminerà l’anno 2016 con un utile di circa due milioni (o poco più), che inverte la tendenza rispetto alle ultime stagioni e al passivo di un milione e 400.000 euro con cui si era chiuso il bilancio al 31 dicembre 2015
Il punto sulla situazione lo fa con precisione la Repubblica
“Dalla vecchia proprietà Garrone non sono arrivati aiuti cash (restano sono le garanzie sulle fideiussioni bancarie)” – si legge nell’articolo di Lignana. “Corte Lambruschini dovrebbe chiudere l’anno con due, tre milioni di avanzo. Cifre ancora da far quadrare con precisione per arrotondamenti e pagamenti fiscali, ma che comunque riportano il bilancio blucerchiato in positivo dopo tempi immemorabili.
Il mercato 2016 è stato ricco di colpi di scena, specialmente in uscita:
“A gennaio via Eder, pochi mesi fa le cessioni di Fernando, Correa, Soriano e De Silvestri. Tutte plusvalenze – scrive Lignana – che hanno permesso non solo di sistemare i conti della società, ma pure di reinvestire su quei giocatori che oggi già valgono più di quanto sono costati, da Torreira a Linetty, da Schick a Skriniar. Certo, il “giochino” per riuscire deve essere perfettamente oliato, nel senso che la Samp non può sbagliare due sessioni di mercato consecutive. Per far girare il bilancio in territorio positivo sono stati fondamentali anche quei milioni ottenuti in più dai diritti televisivi, e destinati a crescere ancora visti gli accordi nell’ultima assemblea di Lega. Come per tutte le società di calcio la televisione è il vero salvagente dei club, che con le sole plusvalenze non sarebbero mai e poi mai in grado di ripagarsi costi altissimi soprattutto alla voce stipendi”.
7 commenti
Propongo a tutti una bella bacheca piena di medaglie e coppe con la scritta la vittoria degli utili questa invece è per la finale Champion delle plusvalenze!!
il calcio odierno fa schifo, a cominciare dallo spezzatino di orari, e finendo con i tifosi che si devono improvvisare ragionieri e contabili per avere qualche rara emozione.
Non una bandiera (a parte Palombo che ne ha fatto una questione di marketing personale, e ora Puggioni, bella storia la sua) , non un obiettivo vero a cui sacrificarsi tutti insieme, non una certezza che si farà una squadra per vincere qualcosa, e non per pareggiare i conti.
Verrebbe da chiedere: “ma chi ve l’ha ordinato il dottore di comprare e gestire una squadra di calcio?”.. e qui le risposte sarebbero molteplici.
Ad ogni modo, illudiamoci che questo pareggio di bilancio sia il primo mattone per qualcosa di più grande che verrà…
a me dei bilanci non me ne e’ mai importato molto ma visto che oramai se non sei coi conti a posto(questo ovviamente vale per i disgraziati come noi e come tutte le piccole…..)a farti fallire e spedirti in serie d ci mettono davvero poco e’ gia’ una buona notizia.visto che finche’ le regole saranno queste non vinceremo mai più’ una mazza almeno salviamo la baracca e auguriaoci che almeno la societa’ goda di buona salute.poi si vedra’.comunque personaggio ferrero a parte,questo e’ un altro risultato importante di questa societa’,che sara’ anche antipatica ma sta realizzando cose oggettivamente importanti
Mi accodo a Cristiano72, purtoppo al giorno d’oggi il tifoso, se vuole capire ciò che accade attorno alla sua squadra del cuore deve interessarsi anche di aspetti economici e finanziari che con la nostra passione non c’entrano nulla, ma ahimè questa è l’amara realtà e bisogna prenderne atto, sperando che in futuro le cose possano cambiare anche se a dirla tutta credo che andrà sempre peggio, le grandi sempre più ricche e potenti e alle altre le briciole o poco più…
tutto vero quanto dite (Cristiano e El Cabe) ci mancherebbe, anzi sonno anni che va così. Però a ben vedere quest’anno l’Atalanta, l’anno scorso il Sassuolo in anni precedenti Chievo, Udinese, Verona, si trovano appena sotto l’attico, i piani nobili della serie A. Si tratta di spazi stretti che a turno le provinciali possono contendersi se hanno capacità di scouting e programmazione. Quindi qualche chance l’abbiamo anche noi. Dipenderà da come verranno gestiti i nostri talenti in fase di evoluzione.
Il cronie-capitalism. Il dottore ormai è un meccanico o meglio pusher di farmaci. A vedere se l’assicurazione ti copre il ricambio senno muori. Un tempo non vi erano nemmeno le marche, e ogni cosa aveva il suo nome sorgente e basta, non quello dello sponsor. Paradossalmente, la TV è il possibile salvatore. In UK vedi giocatori della Madonna comprati a peso d’oro anche in squadrette, perche i diritti TV sono una pioggia di soldi più o meno equa. Più che della Samp, bisogna augurarsi che la serie a sia marketizzata bene nel mondo, perche quella esposizione e audience globale è quella che garantisce che il pacchetto venga venduto bene e perciò ogni squadra di serie a ottenga un buon minimo.
Think global, act local.
E dimenticavo: il Leicester campione è essenzialmente prodotto dei diritti TV.
Perciò un sistema all’inglese può portare queste sorprese anche in Italia.