“Dodò è un giocatore che va scomposto e ricomposto. Secondo me il ragazzo deve resettare tutti quelli che sono stati finora i suoi comportamenti in campo. È un giocatore sul quale scommettere perché è ancora giovane e ha tutte le qualità tecniche per fare il terzino come voglio io. Da qui alla fine dell’anno Dodò sarà la mia scommessa. Se la vinco, la vince lui: se la perdo, la perde lui”.
Della conferenza stampa pre-Bologna di mister Giampaolo, il passaggio più significativo è stato questo. In attesa di sapere se la fascia difensiva sinistra, nel match di stasera, sarà presidiata da Regini o da Dodò, le parole tutt’altro che scontate del mister meritano una riflessione. Anzi, due.
La prima sull’oggetto della scommessa. In questo momento, Dodò è senza dubbio il giocatore meno affidabile della rosa della Sampdoria. Lo dicono i tifosi, lo dice il campo e lo ha confermato il mister togliendolo nel finale della partita di Roma dopo una mezz’ora tremenda.
Già ad agosto, al suo arrivo con la formula del prestito biennale con obbligo di riscatto a 5 milioni di euro, in tanti ricordavano il repertorio di sciocchezze che il brasiliano aveva commesso nel girone di ritorno della scorsa stagione in tandem con l’altro ex fenomeno interista Ranocchia.
Per poco (e per grazia di Dio) non ci è scappata una retrocessione clamorosa che – non ci stancheremo mai di dirlo – è stata evitata grazie al rigore di Candreva parato da Viviano. Rigore causato ovviamente da Dodò che, dopo un inizio incoraggiante in maglia blucerchiata, ha rovinato tutto quanto con un finale di stagione dove sono venuti fuori tutti i suoi limiti, caratteriali e tattici.
“Questo qui non è un difensore”, la sentenza volata di bocca in bocca.
Fino a quella di Giampaolo, coraggioso nell’ammettere davanti a tutti che Dodò non è ancora pronto. Già, coraggioso. Perché frasi così poco edificanti rischiano di pesare come macigni sull’autostima di Dodò, entrato ed uscito dal campo come alla Sampdoria non capitava da anni (per la precisione dal 2012, quando l’umiliazione fu riservata da Ferrara al povero Renan Garcia).
E qui arriviamo alla seconda riflessione, che per oggetto ha proprio mister Giampaolo. Il mister sa di avere la situazione sotto controllo. La squadra gode della sua fiducia e lui ricambia, se serve anche con una strigliata. Ma solo in apparenza, perché il bastone delle accuse è soppiantato dalla carota della scommessa che Giampaolo fa sul recupero psicologico e tattico di Dodò.
Il mister si fida di lui. Ora spetta al brasiliano dimostrare che ha ragione. E che l’ala sinistra mancata può diventare un terzino vero. Giampaolo ci ha scommesso: scommettiamoci anche noi.
ROBERTO BORDI
1 commento
Pensierino su Dodò,tecnicamente è forte forte tatticamente nn se po’vedè !!! più facile insegnargli ad aver talento o ad esser razionale ? Il mister scommette sull’impegno credendo che se ce lo mette il ragazzo cl talento che ha, può fare anche il portiere il centrale o il centravanti è solo questione di capire cosa deve fare e quando lo deve fare,dove stare quando nn ha la palla etc etc,perchè tecnica velocità e forza nn gli mancano,molto più difficile insegnare a far un cross a Regini nn ci sono dubbi,anche se il buon Vasco mi ha stupito 30 minuti a Bologna da esterno cn i controcazzi e anche cl Milan aveva fatto benino,cmq meglio da centrale dove deve solo trovare feeling nel gioco corpo a corpo,ciliegina il palleggio molto più sicuro da centrale che da esterno dove ha sempre difficoltà nel uscire cn la palla sotto pressione…da centrale ha un altra autostima a me sta piacendo e se nn sono il suo peggior detrattore sono tra i primi 10 sicuro…Cmq Dodò ne avessimo su cui scommettere così cn quelle basi ora vedremo il materiale umano ma se il ragazzo si applica Inter e Roma si mangeranno le mani le potenzialità per esser un signor giocatore le ha tutte