Con il radar blucerchiato che si orienta fra il Senegal, la Repubblica Ceca e Bruxelles alla ricerca dei potenziali crack per autofinanziare la Samp del futuro, il bilancio d’esercizio 2015 fornisce dati abbastanza rassicuranti, in via di miglioramento. Eder probabilmente aggiusterà il bilancio per l’anno venturo (dopo la sua cessione a 13 milioni di euro).
Il dato che salta subito all’occhio, fra quelli resi noti, è indubbiamente il netto calo della perdita complessiva d’esercizio rispetto al 2014: il primo anno gestito in toto da Ferrero registra una perdita di 1.385.144 euro, dato decisamente migliore di quello dell’anno precedente (quando la perdita era di 24.620.048 euro). I ricavi sono passati da 59 ad 86 milioni: ben 26 in più suddivisi tra partite (+700mila euro), diritti televisivi (+9 milioni), attività commerciali (+4,5 milioni), plusvalenze di mercato (+10 milioni) e contributi di Lega (+2 milioni). A questo, vanno aggiunti i proventi straordinari elargiti dalla famiglia Garrone/Mondini: 8 milioni già previsti al momento del contratto di vendita del club a rimborso di spese sopravvenute.
Il bilancio registra anche un aumento dei costi di circa 15 milioni (18% in più rispetto al 2014), per un totale di 93,43 milioni: quasi la metà delle spese è ascrivibile al personale (45,34 milioni), seguiti dagli oneri di gestione (in gran parte “incentivi all’esodo”, di cui parleremo più avanti) per 13 milioni. Diminuisce la liquidità (565mila euro), così come i debiti finanziari a breve termine (8,10 milioni) e quelli con le banche (6,18 milioni), mentre aumentano quelli con i fornitori (8,11, di cui 3,15 verso i procuratori).
Veniamo poi al parco giocatori: gli acquisti più onerosi sono stati quelli di Fernando (8,15 milioni allo Shakhtar), Correa (7,53 all’Estudiantes) e Muriel (6,75 all’Udinese), seguito a sorpresa da Coda (5,25, la spiegazione di tale supervalutazione è dovuta alla trattativa con l’Udinese per l’attaccante colombiano), Bonazzoli (4,5) e Duncan (3,1), in entrambi i casi acquistati dall’Inter. Interessante , inoltre, scoprire come la società abbia versato due milioni e mezzo per due giovani semisconosciuti, ossia Tomassini (Cesena, ingaggiato ad 1 milione) e Di Nardo (Latina, 1,5 milioni), entrambi contrattualizzati fino al 30 giugno 2018.
Le cessioni hanno fruttato 16,87 milioni di euro: fruttifere quelle di Obiang al West Ham (6,5 milioni), Rizzo al Bologna (5,09) e la compartecipazione di Gabbiadini al Napoli (4,83), mentre i passaggi di Duncan al Sassuolo e Okaka all’Anderlecht hanno immesso nelle casse blucerchiate rispettivamente 2,95 e 2,53 milioni. Interessante anche il dato su Bergessio, arrivato a Genova tra squilli di tromba nell’estate 2014 e ceduto senza troppe fanfare dopo appena una stagione: la rescissione dell’argentino è costata 1,89 milioni, poco più di quanto sborsato per il connazionale Rodriguez, ufficialmente ceduto all’Olhanense: la minusvalenza del famoso Maticrack costa circa 1,47 milioni, dopo una ciofeca di partite in blucerchiato e un gramo prestito al Gremio. Tra le altre rescissioni, sono costate più quelle di Marchionni (908mila euro) e Piovaccari (683mila) che quella del “campione globale” Eto’o (appena 100mila). Per risolvere queste situazioni, è stata utilizzata buona parte delle plusvalenze ma, fortunatamente, si prevede che nel 2016 gli incentivi all’esodo possano incidere molto meno sul bilancio rispetto agli anni passati.
Altri proventi arrivano da fonti tradizionali come gli abbonamenti (2,9 milioni di ricavi netti per 19.114 tessere) e le sponsorizzazioni (Tempotest, Ssangyong ed altri fornitori hanno portato 3 milioni, a copertura quasi totale delle spese amministrative, pubblicitarie e generali). I costi delle trasferte incidono per poco più di mezzo milione (560mila), mentre il mantenimento del vivaio ha comportato una spesa di poco più di 3 milioni (3,14, mezzo in più del 2014); 170mila euro sono invece da ascrivere alle attività di supporto amministrativo e servizi di coordinamento della segreteria del presidente. Nel bilancio, vengono inoltre menzionate le plusvalenze che verranno, ossia le cessioni di Eder (13 milioni) e Zukanovic (1), nonché i costi derivati dagli ingaggi di Sala, Quagliarella e Ranocchia (Diakité e Alvarez sono arrivati a parametro zero).
La Samp è attualmente in linea con quasi tutti i parametri richiesti dal fair-play finanziario imposto da Federazione e Lega, anche se occorre ridurre il costo del lavoro rispetto ai ricavi ordinari (il valore della rosa, infatti, non può superare il 50% del fatturato tipico). I preventivi per le prossime tre stagioni prevedono l’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio (obbligatorio per iscriversi in A dal 2018/19), di ridurre e ringiovanire l’organico, di ottenere plusvalenze di mercato (come detto, nel 2016 sono già arrivati 14 milioni per Eder e Zukanovic) e di raggiungere la stabilità finanziaria netta.
In sostanza, una situazione non drammatica, sostanzialmente in via di miglioramento, ma c’è ancora parecchio da sistemare: per esempio, occorre tagliare ancora il parco giocatori. Se nel 2013 i giocatori tesserati dalla Samp risultavano ben 90, ora sono 42, meno della metà, di cui una quindicina da piazzare, complici i nuovi regolamenti di Lega sulle rose a 25 giocatori e la valorizzazione dei vivai. Tra i rientri dai prestiti, l’unico ad essere sicuramente convocato da Montella sarà Torreira, fresco di promozione col Pescara. Incerto Regini: a Napoli non ha praticamente giocato. Bonazzoli, poco incisivo a Lanciano, dovrebbe finire in prestito in B o Lega Pro per giocare con continuità. Risultano ancora a libro paga personaggi come Sansone, Eramo, Fedato e Campana.
Innegabile, in ogni caso, la necessità di rinforzare la squadra: i nomi fatti finora sono meno roboanti di quelli degli anni passati, ma offrirebbero maggiori garanzie di affidabilità: Popov, Milic, Dzudzsak, Giaccherini, Suarez, forse Aquilani. Il loro ingaggio, però, è alto e cozza con la necessità dichiarata di ridurre il monte stipendi.
La preoccupazione è legata alla svalutazione dei giocatori, in particolare Fernando (richiesto dallo Zenit), Muriel e Correa, i giocatori su cui si è maggiormente investito e che si stanno perdendo nelle nebbie, dopo l’annata di Montella deludente per non dire di peggio.
L’operazione di recupero dei tre talenti o pseudo tali sarà quindi necessaria per il futuro della nostra squadra.
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“Le cessioni hanno fruttato 16,87 milioni di euro: fruttifere quelle di Obiang al West Ham (6,5 milioni), Rizzo al Bologna (5,09) e la compartecipazione di Gabbiadini al Napoli (4,83), mentre i passaggi di Duncan al Sassuolo e Okaka all’Anderlecht hanno immesso nelle casse blucerchiate rispettivamente 2,95 e 2,53 milioni. ”
Certo è che non sappiamo vendere bene, non mi spiego totalmente Duncan comprato a 3,1 milioni e venduto a 2,95 è roba da folli..e poi Gabbiadini che ora è un anno e mezzo che non gioca, ora vale venti milioni e noi (con la juve) lo abbiamo venduto per circa 10milioni quando giocava titolare segnando? Sono cose sinceramente che non capisco.
Giusto Evo, condivido il tuo stupore, specie le cifre riguardanti Duncan mi “sconvolgono”, ma non l’avevamo preso per 3 e rivenduto a 6? Mah…
E poi Eder, non si era detto che ce l’avrebbero pagato a rate, ora viene fuori che hanno già sganciato tutto il grano? Boh…
E Ranocchia, non era in prestito gratuito?
Inoltre mica ho capito i 100mila euro d’incentivo all’esodo per Eto’o, ma non è stato lui a volersene andare? Che giungla il mondo del calcio…
Anch’io sono molto perpresso sulla cessione di Duncan, ma non è l’unica, ma scusatemi forse ricordo male io, ma Zukanovic, 6 mesi prima, non era stato acquistato dal Chievo per 3/3,5 milioni di Euro?, è stato poi venduto alla Roma per 1 milione?!?!?!?!.
Aiutatemi a capire, grazie !!!
1 milione è la plusvalenza che hai fatto…quindi se l’hai comprato a 3 vuol dire che l’hai venduto a 4!
El Cabezon, per Eder quella è la cifra messa a bilancio, ma li prenderanno a rate.