La Sampdoria omaggia il vecchio presidente Duccio vincendo il primo trofeo intitolato alla sua memoria. 4-3 ai blasonati e gemellati Marsigliesi: più che una partita una caciara agostana, condita da reti, tiracci, gambe pesanti, crampi da caldo, litrate di birra sugli spalti, code ai bar anche durante la partita.
Cascate di buon luppolo sgorgavano nei bicchieri, mentre sul campo si sudava. Una festa per il pubblico, che ha visto trionfare i blucerchiati contro una squadra fresca di qualificazione in Champion’s League.
Ottimi gli spunti tecnici offerti dalla nuova coppia offensiva doriana: Eder e Gabbiadini hanno fatto letteralmente scintille nel primo tempo, forse aiutati da una difesa marsigliese un po’ imbolsita, contagiata dal clima vacanziero del Ferraris. Gabbiadini, in particolare ha messo a segno una pregevole doppietta, andando anche vicino alla terza rete nel giro di pochi minuti e regalando più di una speranza ai tifosi per la prossima stagione. Certo, l’arrivo di un’ulteriore punta a rinfoltire il reparto non sarebbe sgradita (nel secondo tempo il duo Sansone-Pozzi ha creato poco o nulla) . Ma per ora è giusto godersi il nuovo bomber Manolo, già osannato da una Sud stracolma, inebriata, euforica, rigonfia di birra in ogni angolo di gradinata.
Festa doveva essere è festa è stata: dopo il vantaggio iniziale marsigliese ad opera di Gignac, ecco scatenarsi la nuova coppia gol Gabbiadini-Eder, che mitragliano simpaticamente gli amici francesi con una triplice segnatura. Nel secondo tempo arriva il gioiello di Valbuena a raccogliere applausi da tutto lo stadio con un pallonetto che uccella (una volta si diceva così) l’incolpevole Da Costa. Poi la tradizionale girandola estiva di cambi. Segna ancora Fanni, per il Marsiglia, su poderoso colpo di testa. Ma la gloria finale è tutta per il paulista de noantri: Renan Garcia Fernandes , mattatore dell’incontro con un sinistro dei suoi, molto rari ma precisi, che fissa il punteggio sul 4-3 e consegna la I Coppa Duccio nelle mani del rinato capitan Palombo.
Una partita spettacolare, piena di erroracci delle difese, vicina, per chi l’ha vista, al Manchester City-Milan 5-3 di qualche giorno fa, in cui si segnava in pratica ad ogni azione, con dinamiche da calcetto di parrocchia. Il Marsiglia sbaglia l’incredibile davanti alla porta e la partita poteva finire anche 6-6 o 7-6 per i blucerchiati.
Alla fine la Sud canta a gran voce il suo ritorno alla vittoria contro una grande squadra. Ed esibisce con orgoglio lo storico gemellaggio con il Commando Ultrà marsigliese: colorati i francesi, soprattutto nei distinti, dove esibiscono una serie di striscioni che inneggiano ad un’amicizia inossidabile e sconfinata.
Palombo può alzare la coppa, seguito dal marsigliese Mandanda, che riceve il premio da un raggiante Garrone, abbronzato più che mai. Sulle ali dell’euforia, regalaci un esterno sinistro, raggiante Edoardo!
E alla fine c’è anche il commento della nostra nuova voce tecnica: il monumento del calcio dilettantistico Andrea Pitta, lo Yashin biondo del calcio di periferia, il veterano dei campi da giuoco liguri e delle Tennent’s: “Una partita con ottimi spunti da parte della Samp. Duccio ha vegliato sulla nostra porta, alzando al cielo le sparacchiate dei fratelli marsigliesi”. Così parlò Pittaluga, oziante tra la brezza marina di Deiva ed ebbro, per questa sera, di vino rosso.
2 commenti
Belin che pitta!
Mi viene in mente uno striscione che ho visto tanti anni fa, dedicato proprio allo Jascin di Ponente….recitava più o meno cosi…” BELIN CHE PITTA”.
Detto ciò, è un piacere ritrovarlo in veste di commentatore piuttosto che di vecchio brontolone.