Alla scoperta della storia dell’Olympique de Marseille, prima squadra francese a vincere una Coppa dei Campioni.
Quando si parla di Marsiglia, le prime cose che vengono in mente sono: la criminalità organizzata immortalata in alcuni film francesi degli anni ’60 (“Il Clan dei Marsigliesi” , a cui si ispira la celebre scena dello scherzo al pensionato Righi di “Amici Miei“), il porto di Fos (il principale porto francese insieme a Le Havre), i romanzi di Jean-Claude Izzo, la chiesa di Notre-Dame de la Garde, Zidane e… l’OM, acronimo di una squadra di calcio simbolo di un’intera parte della Francia (il cosiddetto Midi, il Mezzogiorno francese) più che di una metropoli, molto simile a Genova per stile di vita ed abitudini…
Il simbolo della città, per esempio, è molto simile al nostro, con la sola differenza del colore della croce (azzurra anzichè rossa, quasi a voler rievocare le origini greche della città: il nucleo originario di Marsiglia, Massalia, era una città stato fondata dai greci focesi nel VI secolo A.C., uno scalo marittimo retto da un’oligarchia di mercanti in grado di resistere per secoli alla progressiva dominazione romana del Mare nostrum). Una città gelosa della propria autonomia e dei propri interessi, ma in grado di intrecciare rapporti stretti con i vicini Liguri fin dall’inizio, come potrebbe testimoniare la leggenda dell’unione tra il marinaio focese Protis e la ligure Gyptis, figlia del re della tribù dei Segobrigi. Lo storico gemellaggio tra Samp ed OM potrebbe essere stato ispirato da questa leggenda di oltre duemilacinquecento anni fa, ma forse stiamo volando un po’ troppo con la fantasia…
Tornando a noi, stasera si affronterà una squadra tra le più amate dai Francesi, se non addirittura la più amata: il simbolo del Midi soleggiato e gaudente ma, allo stesso tempo, operoso, più volte contrapposto alla supponenza e all’arroganza capitolina. Se il Paris Saint-Germain è squadra di recente formazione ma sostanzialmente di poco successo (specie se consideriamo gli investimenti profusi per allestire squadre competitive, già da molto prima dell’arrivo dei petrodollari qatarioti) e il Monaco ha sempre avuto un’aura aristocratica e un po’ snob, l’OM è sempre stata una protagonista indiscussa, nel bene e nel male, del calcio francese. Fondata nel 1899 da un assicuratore, il suo motto è “droit au but” (dritti alla meta, laddove “but”, in francese, significa anche “goal”)
Il primo trofeo nazionale conquistato dall’OM è la Coppa di Francia del 1924, vinta contro i rivali del Séte, successo confermato anche nel 1926 e nel 1927. Nel 1937 l’Olympique si aggiudica il suo primo titolo nazionale, ripetendosi nel 1948. Dopo un periodo di alti e bassi (l’OM retrocesse in seconda divisione nel ’59, riuscendo ad uscirne soltanto dopo sei stagioni), i marsigliesi vinsero due titoli consecutivi nel biennio 1970-72, grazie alle reti dello jugoslavo Josip Skoblar e al supporto decisivo dell’ex juventino Magnusson. Un’altra fase incerta tra gli anni ’70 e ’80 precedette l’arrivo alla presidenza del discusso Bernard Tapie nel 1986. Tapie, personaggio più grande della vita (almeno nelle intenzioni), ex cantante yè-yè, attore (recitò anche in un film di Claude Lelouch negli anni ’90, con esiti non disprezzabili), finanziere d’assalto e politico vicino ai socialisti, portò l’OM ai vertici nazionali ed europei: vinse quattro titoli consecutivi tra l’88 e il ’92 accapparandosi un po’ berlusconianamente il meglio del calcio francese dei tempi (Deschamps, Desailly, Boli, Giresse, Papin, Cantona, Barthez), ma anche alcuni stranieri di grido (Waddle, Francescoli, Allofs, Voller, Boksic..). Per due volte, l’OM raggiunse la finale di Coppa dei Campioni: la prima nel ’91; dopo aver eliminato il Milan a tavolino grazie alle mosse astute dello stratega Galliani (che pensò bene di far ritirare la squadra a pochi minuti dalla fine del match di ritorno approfittando di un malfunzionamento alle luci del Velodrome di Marsiglia, con il significativo risultato di far squalificare i rossoneri dalle coppe europee per un anno), l’OM perse ai rigori contro la Stella Rossa in finale; la seconda del ‘93, quando Boli sconfisse ancora una volta il Milan del glorioso ex Papin (JPP per gli amici). In quel ’93, però, per colpa di un atto di tracotanza, il castello marsigliese crollò: un giocatore del Valenciennes denunciò giocatori e dirigenza dell’OM di combine in occasione di un incontro decisivo per l’assegnazione del titolo: ai marsigliesi fu revocato il campionato e, nel ’94, furono retrocessi d’ufficio in seconda divisione. Seguirono anni di declino: l’OM risalì nel ’96 e riuscì ad arrivare in finale di Coppa Uefa nel ’99 (perdendo miseramente contro il Parma a Mosca), con nomi di prestigio quali Kopke, Blanc e Ravanelli, ma negli anni successivi, ha ottenuto risultati altalenanti, tornando a vincere il titolo soltanto nel 2010. Nella scorsa stagione, sotto la guida dell’esperto tecnico Baup, i focesi sono riusciti a piazzarsi al secondo posto, dietro il PSG-monstre di Ibrahimovic, Verratti e Lavezzi, pur avendo molti meno nomi altisonanti a disposizione (per dire, i volti più noti sono quelli di Gignac e dei figli di Abedì Pelè).