Dopo il disastro col Sassuolo tutti si aspettano una reazione sopratutto sul piano della personalità e della determinazione, consapevoli che per progredire sul piano tecnico e tattico servirà ancora tempo.
Affrontiamo la Lazio, altra squadra in crisi di risultati dopo l’ottimo campionato dello scorso anno.
Il Mister vuole ritrovare l’armonia e lo spirito di gruppo e porta la squadra in ritiro a Catania, lontano da tutti.
Ci aspettiamo dei cambiamenti e invece il Mister ci stupisce.
Sembra ricordare le partite del loco Bielsa, che diceva:
“I cambiamenti in una squadra si attuano quando si vince, non quando si perde. Quando si perde è il momento di osservare e capire.
Il successo è deformante: rilassa, inganna, ci rende peggiori, ci aiuta ad innamorarci eccessivamente di noi stessi.
Al contrario, l’insuccesso è formativo: ci rende stabili, ci avvicina alle nostre convinzioni. Sia chiaro che competiamo per vincere, ed io faccio questo lavoro perché voglio vincere. Ma se non distinguessi ciò che è realmente formativo da quello che è secondario, commetterei un grande errore. Un buon allenatore è quello che porta il giocatore ad esprimere il massimo del suo potenziale, o a scoprirlo quando ancora nessuno lo ha fatto.”
STRATEGIA SAMP
Si ritorna agli antichi principi di gioco. Almeno in parte, sembra di rivedere la Sampdoria di Delio Rossi e Zenga, in un mix…
4-3-3 con Viviano in porta, difesa a 4 con De Silvestri a destra, Moisander e Zuvkanovic centrali (fuori Silvestre per infortunio), Regini terzino sinistro. Centrocampo a 3 con Fernando centrale, Soriano mezzala destra, Barreto mezzala sinistra. Cassano falso “nueve”centrale, Lazaros esterno di destra e Carbonero esterno a sinistra, fuori per infortunio il nostro bomber Eder.
In fase di non possesso ci difendiamo con un 4-5-1 abbassando molto gli esterni offensivi sulla linea di centrocampo, scelta che porta a non averli disponibili e pronti nella ripartenza veloce. Due linee molto strette e corte, e baricentro molto basso con Cassano che lavora sulle linee di passaggio del centrocampista centrale della Lazio, Biglia.
In fase di possesso notiamo netti miglioramenti nella gestione del pallone, anche se lasciamo spesso il possesso agli avversari, difendendoci e cercando di ripartire in contropiede.
Rispetto alla gestione precedente il contropiede è organizzato: Cassano ispira i tagli dentro degli esterni offensivi e delle mezzali di centrocampo che si dividono gli spazi nella zona offensiva, cercando di approfittare degli spazi lasciati dalla Lazio.
Proviamo a farlo senza lanci lunghi ma col possesso palla e la verticalizzazione, ragionando.
Il tutto purtroppo con una disarmante lentezza e con troppe pause.
Si calcola un 20 minuti di possesso palla su un tempo effettivo di 49 minuti totali…
In fase di non possesso difendiamo con baricentro basso in maniera molto organizzata sia negli scivolamenti difensivi che nelle marcature.
Creiamo molta densità centrale con due linee strette e corte. Nonostante il movimento senza palla degli attaccanti e dei centrocampisti laziali, riusciamo a difendere bene senza concedere spazi, perdiamo solo qualche duello individuale sugli esterni.
Ogni giocatore ha un riferimento su cui iniziare la pressione, gli esterni alti prendono i terzini, i nostri terzini lavorano sugli esterni e le mezzali sulle mezzali biancocelesti, Fernando copre davanti alla difesa.
Abbandoniamo il pressing offensivo, tanto caro al mister ma che necessita di una profonda organizzazione, marcature preventive, oltre che di precisione e mesi di lavoro. Lo attuiamo solo nella nostra metà campo.
STRATEGIA LAZIO
Lazio con un 4-3-2-1: Marchetti in porta, difesa a 4 con Konko a destra, centrali di difesa Gentiletti e Hoedt e terzino sinistro Radu. Biglia davanti alla difesa, Castaldi mezzala destra e Parolo mezzala sinistra. Candreva e Djordevic dietro la prima punta Klose.
La Lazio è “costretta” a far la partita dal nostro atteggiamento difensivo.
Possesso palla dalla sua, molto movimento delle mezzali e dei due attaccanti dietro Klose.
Sopratutto Candreva, che svaria su tutto il fronte offensivo cercando l’uno contro uno sulle fasce e provando il cross per le due “torri” Klose e Djordevic.
Le mezzali si inseriscono centralmente lasciando ai terzini la fascia laterale.
In fase di non possesso la Lazio prova ad attaccarci già dalla costruzione bassa alzando il proprio baricentro nella nostra metà campo e mandando Cataldi o Parolo su Fernando.
I biancocelesti iniziano in maniera propositiva ed all’ 8′ minuto hanno già un’occasione con Candreva: cross da sinistra e Klose supera Regini in un colpo di testa che finisce fuori.
Non ci sono più parole per il povero Regini: sempre gli stessi errori, da ricordare nella partita con il Sassuolo il palo di Laribi colpito al termine della stessa identica azione.
Ci difendiamo con ordine e precisione e la Lazio fatica a trovare gli spazi, nonostante il movimento efficace di Djordevic e Candreva tra le nostre linee.
Invertiamo gli esterni di centrocampo con Carbonero che si posiziona a destra e Lazaros che si sposta a sinistra.
Al 28′ minuto arriva la nostra occasione. Forse la migliore azione costruita dall’inizio dell’anno e in cui si intravede la vecchia idea di gioco di mister Montella.
Iniziamo da un giropalla approfittando del pressing offensivo sbagliato dalla Lazio per tempi e modi, e con una combinazione tutta a uno o due tocchi tra De Silvestri, Soriano, Cassano e Carbonero riusciamo a presentarci in area con De Silvestri: taglio centrale nello spazio lasciato da Cassano, solo davanti a Marchetti invece di stoppare di sinistro e tirare di destro, o tirare di sinistro, Lollo prova un improbabile assist al centro che attraversa l’area disabitata dai nostri giocatori. Il pallone arriva a Lazaros che prova a tirare in porta, il pallone viene rimpallato ed arriva nei piedi di Barreto che tira fuori…
Finisce un primo tempo bloccato, lento e con molte imprecisione nella costruzione di gioco: vince la paura e la confusione in fase di possesso.
Migliorata la fase difensiva e la sua organizzazione.
Nel secondo tempo la Lazio sostituisce Cataldi con Andersson.
Passano ad un 4-4-2 molto offensivo con Candreva a destra e Andersson a sinistra sugli esterni.
Utilizziamo le mezzali sui loro centrocampisti centrali Biglia e Parolo. Gli esterni offensivi si occupano di dare il raddoppio ai terzini ora che la Lazio con due uomini bravi nell’uno contro uno prova a sfondare solo sull’esterno.
La partita rimane sempre bloccata ed arriviamo al 20 minuto quando Ivan rileva Barreto, Soriano si sposta mezzala sinistra, Ivan mezzala destra e Matri prende il posto di Klose.
Al 24′ minuto è il momento di Muriel che entra per Cassano.
E dopo 4 minuti Muriel si “autolancia” in contropiede e solo davanti a Marchetti in posizione defilata calcia fuori cercando il tiro preciso angolato sul secondo palo.
Al 32′ minuto arriva il goal della Lazio.
Un cross strepitoso di Andersson di esterno viene ribattuto in maniera corta e maldestra da Moisander di testa, la palla finisce nei piedi di Radu che da fuori area crossa per Matri che supera Zuvkanovic di testa e segna l’1 a 0.
Sul goal si stira Marchetti per la troppa esultanza ed entra Berisha.
Si poteva pensare al solito dramma sportivo, anche perché non abbiamo mai avuto l’impressione di poter vincere questa partita impostata per portare a casa un bel pari in un campo difficile. Invece cerchiamo il pareggio riversandoci nella metà campo della Lazio.
Al 38′ minuto entra anche Bonazzoli per Lazaros e creiamo diverse occasioni in cui sbagliamo solo l’ultimo passaggio o il tiro.
Al 46′ minuto ecco il pari: in un giropalla Konko perde la sfera, De Silvestri lancia Muriel centrale che davanti a Berisha viene steso. Incredibile non viene dato il rosso, la Lazio avrebbe finito i cambi e quindi avrebbe giocato gli ultimi due minuti senza portiere, senza contare il brutto gesto di protesta al guardalinee di Candreva che meritava il rosso già nel primo tempo.
Ma San Giovanni non fa inganni e sulla punizione Zuvkanovic trova la deviazione di Andersson ed è 1-1!
Risultato giusto per quello visto sul campo.
Brodino importante in un periodo molto difficile in cui serviva ritrovare fiducia, coraggio e determinazione ma soprattutto punti…
Migliorando l’aspetto mentale forse le cose potrebbero cambiare anche dal punto di vista tecnico, permettendoci di modificare i principi ed il modo di giocare.
Ottimo il lavoro svolto sull’organizzazione difensiva e sulla fase di non possesso. Assolutamente da rivedere la gestione del possesso palla, ma serve tempo per assimilare i principi ed il gioco che piace al nuovo mister.
Buon Lavoro!
1 commento
E pensare che per me Regini contro la Lazio ha disputato una buonissima partita, limitando al massimo le sortite di Candreva, sinceramente dell’errore di posizionamento su quel colpo di testa di Klose a inizio gara non mi ero accorto…