VIVIANO 7
Si guadagna il mezzo punto in più per un balzo degno del migliore Roberto Bolle in occasione di un’insidiosa conclusione di Palacio a fine primo tempo e per la reattività mostrata sul colpo di testa del controverso ex Biabiany – uomo dal cuore buono – al 33′ della ripresa. Ha baffetti da sparviero, i soliti occhi fessurati alla Clint Eastwood ma nonostante io pensi che abbia un look improponibile (oltre ad un campo visivo che neppure il ragionier Filini), è preciso e puntuale, diottrie in bella mostra e pancetta da Tennent’s lover in poppa. Nel resto dell’incontro si fa trovare pronto quando necessario, ben protetto da un duo centrale rivelatosi all’altezza della situazione. RADAR MAN.
PEREIRA 7
Prova di altissimo livello per un portoghese nemmeno maggiorenne arrivato in estate accompagnato da qualche scetticismo. Grinta, sostanza e quella sfrontatezza che solo sane panciate di belino duro, tipiche dell’adolescenza, può conferirti. Ottima prova sulla fascia destra: ferisce ed incassa, riesce a contenere il quotato Perisic (conosciunto negli ambienti della Milano da bere con il soprannome de “La Sirenetta”) con una certa eleganza. Positivo, inventa l’ottimo cross per Muriel in occasione del vantaggio ma prima si era fatto vedere con un paio di aperture precise sventate in extremis dalla rodata difesa avversaria. Che Zenga abbia trovato un top player del futuro? GALLINA CHE CANTA NON è CHE HA FATTO L’UOVO, MA NEPPURE PUO’ AVERE SOLO EMORROIDI.
ZUKANOVIC 6,5
Seguito dall’Inter in estate, la sua prestazione al centro della difesa è sicura e senza sbavature: merito suo se il fischiatissimo “bimbominchiochesicredestallone” Icardi non si fa vedere troppo in area blucerchiata anche se, al pari di Moisander, ha qualche responsabilità sull’azione del pareggio interista, attardandosi a segnalare un fuorigioco che non c’era. Nei primi minuti inoltre si fa vivo in avanti con un colpo di testa su calcio d’angolo che finisce a lato di poco.
MOISANDER 6
Meno dirompente del bosniaco, possiede quella flemma scandinava che non ti fa mai capire quando stia per partire una carezza o una randellata. Detto ciò, la sua prova è comunque dignitosa. Lungagnone attento, legnoso ma agile, svolge il compito senza sbavature, puntuale ed ordinato, senza eccedere in tackle od interventi potenzialmente fallosi. Piace perché svetta in area, da lui vorremmo attenzione massima per tutti i 90 minuti. BETULLA .
MESBAH 6,5
Unico vero esterno sinistro di ruolo, e si vede: buona prestazione, più offensiva che difensiva, coltello fra i denti, bandiera nera che sventola minacciosa sulla fascia. Da una parte si propone con un paio di cross invitanti (vedi quello per Muriel che precede il vantaggio del colombiano di qualche minuto), dall’altra non evita qualche distrazione sulle offensive nerazzurre potenzialmente pericolose. ISIS, OVVERO Io Sono Il Sinistro.
FERNANDO 7
Finalmente la diga di cui avevamo bisogno; schierato davanti alla difesa, tiene testa anche psicologicamente ad un Felipe Melo nato per innervosire gli avversari. Duello tra brasiliani di legno, teste di legno, a suon di capoeira piuttosto che di samba. Spezza le azioni interiste con rapidità, come un boscaiolo spezza il citato legno, come Rocco spezza le patatine. Prova a far ripartire l’azione con tocchi di palla non banali. Giocatore continuo e tecnicamente impeccabile, si sta rivelando uno dei migliori investimenti dell’era ferreriana. ALL’IMPROVVISO UN GENEROSO.
(IVAN n.g.)
Forse entra troppo tardi. Ammirevole la foga da lottatore, è minuto come un fuscello ma è un fascio di nervi, sembra Pikachu, si batte su ogni pallone con veemenza e visione di gioco. Pochi minuti, ma funzionali. POKEMON
BARRETO 6,5
Lavoro sporco per lo scaltro ed esperto paraguagio, ex rivenditore di auto rubate a Miami. Corre come un ossesso dall’inizio alla fine non disdegnando l’arma del contrasto contro il centrocampo interista. Efficace ed efficiente, pugnace, anche se talvolta non precisissimo. IL NOSTRO CLAUDIO BAGLIONI, DUE PALLE COSI.
SORIANO 7
Un’altra prestazione di spessore; schierato mezzala sulla fascia, è una vera e propria spina nel fianco per Mancini. Ripartenze al volo come se non ci fosse un domani, passaggi precisi ed intelligenti per i compagni. Assist al bacio per Correa al 37′ del primo tempo, ma il Tucu sbaglia tutto da solo. SOLITAMENTE MI INGELLAVO, DA QUANDO C’E SORIANO MI SORIANIZZO.
CORREA 6,5
Certo, il gol sbagliato malamente al 37′ non può non incidere sulla valutazione, la svirgolata è da annali dell’errore. Ma il Tucu visto ieri è sembrato all’altezza del compito affidatogli. Meno dribblomane del solito e più altruista, esce dal centrocampo come cervo di foresta. E’ uno dei migliori per buona parte del primo tempo, bravo quando impegna Handanovic all’11’ con una conclusione dalla distanza. Esce per infortunio, si spera non sia nulla di grave. CANTA LA CARRA’… TUCU TUCU… TUUUCU…
(PALOMBO 5,5)
Schierato davanti alla difesa per difendere il vantaggio: mossa comprensibile ma poco produttiva. Il nostro caro nonno Angelo, come al solito, ci mette tutto se stesso ma i difetti purtroppo sono sempre quelli, da vecchio giocatore navigato di briscolini al bar. Fiori anziché cuori, carico inopportuno. Spezza il gioco avversario ma si fa prendere dal panico al momento di far ripartire l’azione. UN VECCHIO IN FRAC
MURIEL 6,5
Prova finalmente positiva per il colombiano, ex panciuto di barranquilla, almeno grazie al gol. Corre più del solito e prova serpentine che confondono le idee ai nerazzurri. Nel primo tempo perde numerose palle ma nella ripresa torna alla rete, cogliendo al volo il preciso cross di Pereira in area. Subito dopo sfiora il secondo, che avrebbe potuto chiudere l’incontro, beffando Murillo ma sparando fuori di pochissimo. Buona l’intesa con Eder (un paio di cross discreti per il brasiliano). Se giocasse sempre così avremmo una coppia d’attacco tra le più furibonde di tutta la Serie A.
(CASSANO n.g.). RUMBA DI TANGO
Un paio di iniziative e nulla più per il genio Antonio, oggi ancora Fat-Antonio; cerca di far ripartire l’azione ma siamo in fase di contenimento, specialmente di apporto di carboidrati, e sembra predicare nel deserto.
EDER 7
Una volta di più si dimostra un giocatore completo: in avanti meno appariscente, anche se gioca comunque un ruolo fondamentale in appoggio a Muriel. Non disdegna il lavoro difensivo quando necessario, sventando alcune iniziative insidiose degli avversari. EDER-A. E’ DAPPERTUTTO.
ZENGA 6,5
Squadra in netta crescita, sia dal punto di vista del gioco che da quella della manovra offensiva. Azzecca l’undici iniziale e la posizione di Correa e Soriano, riceve feedback positivi praticamente da tutti i giocatori schierati. Una vaccata la doveva fare: sostituisce Correa con il vetero Palombo, dando al Mancio un segnale di resa, issa una fottuta bandiera bianca, alzata da capitan Peschereccio. Sarebbe stato meglio mettere subito il piccolo guerrigliero Ivan, che non delude mai.