Piccola premessa: che SENSO ha giocare a Firenze con un allenatore che stai per sostituire?
Forse il buon Garrone (disperso in misteriosi viaggi all’estero), Osti e Sagramola pensavano che a Firenze sarebbero spuntati a sorpresa Vialli & Mancini a farci vincere la partita? Sono andato Bogliasco in settimana, a seguire gli allenamenti… E sono rimasto sconvolto! Ma di questo parlerò a breve, nel prossimo articolo. Concentriamoci sulla sfida di ieri.
Con la Fiorentina poteva essere una partita combattuta solo se giocata con coraggio, determinazione, ed aggressività.
Non abbiamo visto nulla di tutto questo.
Ci presentaimo col 5-3-2 con Da Costa in porta e difesa a 5 con De Silvestri, Mustafi, Palombo, Regini e Berardi (anzichè il più offensivo Gavazzi a sinistra). Gentsoglou davanti alla difesa, Obiang a destra e Kristicic a sinistra, Gabbiadini ed Eder davanti.
La Fiorentina risponde con la difesa a 4: Neto in porta, Tomovic a destra, centrali Rodriguez e Savic, a sinistra Pasqual. Centrocampo a 3 con Mati Fernandez a destra, Aquilani centrale e Borja Valero a sinistra. Tridente in avanti con Rossi centrale, Joaquin a destra e Cuadrado a sinistra.
Si inizia con una densità pazzesca nella zona centrale del campo e veniamo subito presi d’assalto dall’ottima Fiorentina. Come spesso succede, rispondiamo chiudendoci nella nostra metà campo: non pressiamo i portatori di palla e, come ogni vittima sacrificale che si rispetti, attendiamo il goal dell’avversario confidando che i soli Eder e Gabbiadini riescano a produrre qualche giocata in ripartenza.
Ottimo possesso palla dei Viola, preciso, rapido, con cambi di gioco da una fascia all’altra per permettere agli esterni di arrivare al 2 contro 1 con i nostri esterni difensivi. Le nostre mezz’ale sono lente nel raddoppio: il continuo cambio di gioco, da una fascia all’altra, è utilizzato anche per far aprire centralmente la Sampdoria e permettere ai tre tenori viola, Mati Fernandez, Aquilani e BorjaValero, insieme a Rossi, di sfruttare i buchi in zona centrale, noto punto debole della squadra blucerchiata. Il secondo goal della Fiorentina ne è la conferma.
Gli esterni offensivi della Fiorentina Joaquin e Cuadrado sono molto bravi nel cambiare posizione tra loro, e lo fanno spesso nel corso della gara.
Noi rispondiamo rimanendo statici, bassi, paurosi e soprattutto troppo passivi. Se poi ci metti che l’anti calcio Berardi causa un rigore trattenendo stoltamente Aquilani, ecco che è già compromesso il “piano bunker” di Delio.
Piano che salta definitivamente al 17 minuto, quando Rossi si smarca nella zona centrale (di nuovo!), Palombo è lento ad uscire (ma, cazzo, l’avevamo provato in settimana in allenamento ed eri anche stato ripreso dal tecnico proprio perché eri distratto e molle), e Rossi si inventa un goal bellissimo calciando sul palo opposto a girare.
Un attaccante solo, contro tre centrali, ha potuto calciare indisturbato…
A questo punto la partita vive di fiammate in contropiede della Sampdoria. Ma onestamente non c’è nulla da segnalare: sfruttiamo solo qualche errore di concentrazione sul possesso palla dei Viola, che sembra, salvo rari casi, un’ orchestra che suona a meraviglia.
La partita è nelle loro mani, assistiamo a giocate tecniche pregevoli che tuttavia testimoniano una certa presunzione: squadre più attrezzate e più convinte della Samp sono riuscite a sfruttare questo difetto per punire i viola, noi no…
La partita ha un sussulto al 7° minuto del secondo tempo, quando Wszolek sostituisce Gentsoglou e passiamo al 4-4-2 completando la difesa con Gavazzi per Berardi: improvvisamente siamo più offensivi.
Gli effetti si vedono al 30° minuto sul goal di Gabbiadini, ma parliamoci chiaro: con la presunzione di avere la partita in pugno, sommata alle fatiche del giovedi di Coppa, la Fiorentina perde intensità nel pressing. Ci vengono concessi un po’ più di spazi, gli avversari perdono un pò di concentrazione e la nostra reazione inizia da lì. Rischiamo addirittura di pareggiare all’ultimo minuto!
Giochiamo 20 minuti da squadra di serie A dopo averne giocati 70 da dilettanti allo sbaraglio.. questa è la cruda realtà!
Ora attendiamo il cambio di allenatore che molti tifosi auspicano. Ma intanto la società dov’è? Continua a nascondere la testa sotto la sabbia.
Si parla di Zeman: personalmente lo apprezzo tantissimo, ma non è idoneo a subentrare a stagione in corso. Serve una terapia d’urgenza e Zeman ha bisogno di tempo per insegnare il suo calcio. Sopratutto a degli alunni così ripetenti.
Si parla anche di Sinisa Mihajlović, al cui seguito arriverebbe anche un altro ex giocatore rimasto legato ai colori blucerchiati: Nenad Sakic. Se il nuovo mister sarà Sinisa speriamo che porti entusiamo ed amore per questi colori e questa squadra. Speriamo che insegni a tanti cosa vuol dire SAMPDORIA e che riesca a trascinarci via, con la sua determinazione, da questo abisso nel quale siamo caduti in questi anni di mala gestione.
La sua proverbiale grinta e voglia dovranno funzionare da trampolino di lancio.
Con Sinisa dovrebbe arrivare anche Emilio De Leo, suo collaboratore nella nazionale serba: un ragazzo partito dalla terza categoria campana, un personaggio positivo e molto esperto di tattica, un personaggio che può trasmettere a tanti la fame e la voglia di arrivare…
Ai giocatori ripeto: ragazzi, “un altra Sampdoria è possibile… buon lavoro e ciao Delio, serio professionista e uomo di altri tempi.