Ci sono canzoni che sono indissolubilmente legate a momenti particolari della nostra vita, per lo più felici, ma non solo.
Alcune, di certo, riportano alla mente irripetibili attimi di gioia, un amore ormai lontano, un incontro fatale, il primo bacio, quella tenerezza di occhi che ti avvolgono in un incontro che credi eterno. O il ricordo della prima vacanza, nell’infanzia perduta, come per me fu il tempo trascorso in quel di Roccaverano all’età di nove anni. Sentire oggi “Magic Moments”, e la voce di Perry Como, è come salire sulla macchina del tempo e tornare bambino.
E poi c’è “Sei diventata nera” dei Marcellos Ferial. Bisognerà che sfogliate qualche vecchio libro per capire di cosa parlo. Ovviamente sto rivisitando una profondità del cuore blucerchiato. 7 Giugno 1964 stadio di San Siro, quante volte l’altoparlante dello stadio ha martellato i tifosi in attesa della “Partita”, lo spareggio con il Modena, per la permanenza in serie A. “Sei diventata nera… come il carbon!”.
Ma torniamo un po’ indietro. Sono passati tre anni dallo storico quarto posto e la Samp nel frattempo, con l’uscita di scena del grande Presidente Ravano, ha imboccato la via della smobilitazione. La storica formazione di Eraldo Monzeglio, imbattuta in casa (campionato 1960/61) e che solo con un pizzico di malizia in più fuori dalle mura amiche avrebbe potuto anche arrivare dalle parti dello scudetto, era ormai solo un ricordo. La voglio ricordare. Rosin, Vincenzi, Marocchi, Bergamaschi, Bernasconi, Vicini, Toschi, Ocwirk, Brighenti, Skoglund, Cucchiaroni.
Chissà come sarebbe andata se fosse rimasto Mora. Era una grande ala destra che al mercato di ottobre venne ceduta alla Juventus, pare per una telefonata di tal Sottosegretario Folchi, del (famigerato) governo Tambroni, che disse a Ravano più o meno così “Se vuol continuare ad imbarcare le Fiat sulle sue navi ceda Mora alla Juventus.” E così fu.
Perdere un campione in corso d’opera è sempre una brutta cosa. Come le cessioni di Pazzini e Cassano. Gli anni seguenti se ne andarono tutti i “vecchietti” che avevano fatto grande la Samp. Lennart Skoglund, Sergio Brighenti (capocannoniere con 27 reti nell’anno magico), “Ossie” Ocwirk e il grande Tito Cucchiaroni. Fu l’inizio di una inesorabile decadenza che portò inevitabilmente alla fatidica data del 7 giugno 1964: spareggio per la permanenza in serie A. Quella a Milano fu veramente la prima trasferta di massa blucerchiata e il mio esordio assoluto fuori da Marassi.
Con la mia compagnia partimmo con uno dei treni speciali e grande fu la sorpresa quando, arrivati alla Stazione Centrale di Milano, scoprimmo che il macchinista era nientemeno che un frequentatore del nostro abituale ritrovo! E sporgendosi dal finestrino, ci disse “Tranquilli, oggi vinciamo!”.
Tanto calmi non eravamo e comunque l’impatto con la città della “madonnina” fu emozionante. Prima della partita andammo in una trattoria tipica a Porta Genova, Piazza Cantore. L’oste girava in sala con una grossa forma di parmigiano che a scaglie gettava sui tavoli mentre raccontava barzellette. Ci siamo fatti una bella corazza per il pomeriggio che ci attendeva, soprattutto lavandoci lo stomaco con tanti litri di ottimo barbera.
E alla fine ecco la “scoperta” di San Siro. Grandioso, ai miei freschi occhi di esordiente. Quei due grandi anelli sembravano come un immenso boa che avrebbe potuto stritolarci tutti, anche se bisogna dire che lo scontro finale non era con una squadra meneghina ma con il meno blasonato Modena.
E pensare che se avessimo dato seguito ad una prodigiosa vittoria proprio qui con il Milan, appena due mesi prima (25 aprile), non saremmo arrivati a doverci giocare l’intera annata in una singola partita. Quel giorno contro i rossoneri aveva segnato tal Giovan Battista Pienti e fu uno di quei fatti che rendono memorabile un giocatore, seppur di modesta caratura, rispetto ad un Carneade qualsiasi.
Comunque, finito il primo tempo dello spareggio a reti inviolate, si restava nell’incertezza, pur se animati da buone speranze, mentre i Marcellos Ferial imperterriti continuavano a cantare di una che era “diventata nera”. Speriamo che non alludano alla Samp… fu l’idea che serpeggiava tra le nostre fila.
Ma ci pensarono, nella ripresa, Paolone Barison prima ed il solito Salvi dopo a siglare un 2-0 che illuse tutti per una rinascita che purtroppo fu solo passeggera. Lo stesso giorno a Roma, nello spareggio per lo scudetto, il Bologna superò l’Inter di Herrera con lo stesso punteggio. Lo allenava Fulvio Bernardini, Fuffo per tutti, che da lì a poco sarebbe approdato alla Samp con un doppio salto mortale, retrocessione e promozione immediata.
Prima di abbandonare lo stadio, felicissimi, ci fu ancora tempo per il tormentone dei Marcellos Ferial. “Nera”, per fortuna, era diventata la squadra di Modena. Dalla rabbia.
1 commento
Io ero a Sansiro quel giorno!!!!!!!!!!!!!!!
Emozioni forti ancor presenti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Kicco