La Voce (inferocita) di Roberto ’48, il saggio tifoso blucerchiato che osserva dall’alto della sua esperienza i fatti blucerchiati
Da un bel po’ di giorni sono in navigazione, con la mia astronave, e mi sto avviando ai margini dell’universo-calcio. Da qui non arrivano in tempo i segnali televisivi ma solo lontane voci di rimando via radio. Quello che ho sentito, in una pausa per altri impegni, è stato qualcosa di veramente incredibile e indecente. Ma forse, per me, non del tutto inattesa. E comunque è bastata per confermare la mia tesi sul necessario allontanamento personale da questo permanente dolore. Ho solo il tempo per qualche spicciola considerazione. Ieri c’è stato un enorme rotolamento di teste, una recisione netta, da una grande ghigliottina, di molte presunzioni, di una realtà fatta di niente. Dei principali responsabili che altro posso dire se non confermare quel giudizio di pochezza, specie mentale, che recentemente ho, da qui, emanato?
Non si comprende come certi esemplari di atleti(?) possano gettare così in basso, nell’umiliazione di se stessi, la propria condizione di calciatori profumatamente pagati (?). A parte Cassano che, una vocina da lontano, mi ha confermato essere stato l’unico da salvare nella barca dei naufraghi. E questo mi fa piacere. Per il resto c’è da stendere il fatidico velo pietoso. Ma vorrei soffermarmi anche sui tifosi, si parva licet, che è pur la parte migliore del caravanserraglio, ma spesso difettano nel collocarsi sempre dalla parte dei puri. Ogni tanto un po’ di autocritica non guasterebbe. A volte mi sembrano quelli che, avendo subito un manrovescio dalle forze della natura, si riducono al classico “ci han lasciati soli!”. Va bene che essi non vanno in campo e quindi non son direttamente colpevoli del disastro, però la retorica dominante……Intanto finiamola una volta per tutte con l’enfatico adagio della gradinata come “dodicesimo giocatore”. Non funziona specie se sul terreno di gioco si muovono undici (dieci….)caproni. In questo caso non basterebbero 100.000 voci urlanti. E poi, ancora, smettiamola con i “tutti tecnici” che ne sanno sempre una più del diavolo ma sono riparati dall’indimostrabilità delle loro affermazioni. Sono un po’ cattivo. Ma è per la rabbia che ancora non mi ha abbandonato del tutto. Sto per spegnere il collegamento radio perché sono in prossimità di Orione. Ma prima, per concludere, vorrei dire che mi sembra, nella “caduta degli dei” (si fa per dire….), sia ruzzolata via, definitivamente, la testa del Cabezon, il numero uno. La luna di miele è finita. Ora bisogna diventare seri. E qui vengono le difficoltà. Da come si stanno mettendo le cose sembrerebbe di assistere all’ennesimo prodromo di un’annunciata ricaduta in serie B. E ci sono anche tante similitudini con fatti già avvenuti. Il Parma è retrocesso con Cassano(finchè c’è stato) peraltro unico a salvarsi e Montella (pure lui bravo e senza colpe,anzi..) è stato il simbolo dello sconquasso in quel di Bologna(Trentalange docet). Che fare allora? Speriamo tanto nel Verona e nel Carpi. Ne manca una. Auguriamoci che il suo nome non cominci per S e finisca per ia. Poi c’è da auspicare una nuova palingenesi con un nuovo “conducator” sulla tolda di comando. Magari un petroliere…..
ROBERTO ’48